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Carabiniere ucciso, Brugiatelli: "Gli americani mi minacciarono"

sergio brugiatelli

Cosa c'era in quel borsellino che preoccupava tanto Sergio Brugiatelli? Parla il suo avvocato, Andrea Volpini.

Andrea Volpini, l’avvocato di Sergio Brugiatelli, ha spiegato i motivi per i quali il suo assistito si preoccupava per il borsellino rubato. Secondo le sue dichiarazioni, infatti, gli americani avrebbero minacciato Sergio Brugiatelli con queste parole: “Non sai con chi hai a che fare, sappiamo dove abiti”. In effetti, come spiega il legale, “sanno dove abita perché all’interno del borsello ci sono le chiavi di casa e la carta di identità con l’indirizzo dell’abitazione. Brugiatelli è preoccupato per i suoi familiari”.

Brugiatelli preoccupato per il borsellino rubato

Finnegan Lee Elder e Natale Hjorth avevano rubato il borsellino di Sergio Brugiatelli e, secondo le ultime informazioni, avrebbero minacciato l’uomo. Resta un mistero, però, il contenuto di quella borsa: c’erano forse soldi o altro? Gli inquirenti continuano a indagare sul caso del carabiniere morto a Roma. Non si conoscono i motivi per i quali Brugiatelli abbia denunciato immediatamente il furto e non il mattino seguente, come avevano consigliato gli agenti in borghese. A togliere alcuni dubbi è proprio il legale di Sergio, Andrea Volpini.

Secondo le indagini dei carabinieri sarebbe stato proprio Brugiatelli a riferire di due magrebini come autori del furto. A questa dichiarazione l’avvocato replica: “Lui (Sergio ndr.) si ricorda di aver parlato di ‘persone con accento straniero’. Lui non si ricorda di aver detto questa cosa. Lui è stato ampiamente collaborativo, ha indicato il bancomat dove i due americani avevano prelevato i soldi da dare allo spacciatore. Sotto shock, comprensibilmente aveva paura, ma dopo ha collaborato e ha ricostruito tutto per filo e per segno”.

La ricostruzione di Volpini

L’avvocato ripercorre la vicenda di Mario Cerciello Rega ai microfoni di FanPage: “I carabinieri in borghese interrompono lo scambio tra gli americani e il pusher. Gli americani scappano verso piazza Mastai e uno dei due si impossessa del borsello che Brugiatelli aveva lasciato su una panchina. Brugiatelli denuncia il fatto e i carabinieri gli rispondono di presentare denuncia il giorno dopo. Lui inizialmente si convince, poi cerca di mettersi in contatto con gli americani telefonando al suo numero di telefono (anch’esso nel borsello). Li chiama e loro lo minacciano: ‘Non sai con chi hai a che fare, sappiamo dove abiti‘.

Sanno dove abita perché all’interno del borsello ci sono le chiavi di casa e la carta di identità con l’indirizzo di casa. Brugiatelli è preoccupato per i suoi familiari. Quella preoccupazione, quindi, è dovuta al fatto che per lui la priorità è quella di evitare che queste persone possano nella notte entrare a casa sua con i familiari all’interno e all’oscuro di tutto. Per questo chiama la centrale operativa, che manda una volante, che invia degli operanti in borghese, Varriale e Cerciello Rega”.