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Brescia, minacce alle figlie: genitori denunciati

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Due genitori pakistani minacciavano la figlia più grande di farle fare la fine di Sana Cheema, uccisa perché aveva rifiutato un matrimonio combinato.

Padre, madre e fratello di origini pakistane sono accusati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e induzione al matrimonio (reato introdotto di recente dal cosiddetto “codice rosso”). Per queste ragioni, nei loro confronti, le autorità hanno applicato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle vittime. Per i genitori, inoltre, è scattata anche quella della sospensione della responsabilità genitoriale.

Stando a quanto riportato dal sito tgcom24.mediaset.it, questi provvedimenti sono arrivati in seguito alle continue minacce rivolte dai familiari nei confronti della figlia maggiore la quale, nello specifico, si sarebbe rifiutata di tornare in patria (il Pakistan) per sposarsi. Al rifiuto della figlia, il padre, in diverse occasioni, avrebbe evocato la vicenda di Sana Cheema, uccisa proprio perché aveva rifiutato un matrimonio combinato.

Brescia, ripetute minacce alle figlie

Le quattro figlie della coppia (due maggiorenni e due ancora minorenni) durante le scorse settimane si erano recate al pronto soccorso, in seguito alle ennesime percosse subìte. Lì si erano lasciate andare, raccontando quanto accaduto agli addetti alla rete antiviolenza. Dopo le rivelazioni circa la loro condizione familiare, le sorelle sono state accompagnate in una struttura protetta.

La sezione specializzata della Squadra Mobile ha avviato immediatamente le indagini. Le investigazioni hanno permesso di ricostruire le reiterate violenze subìte nel tempo dalle ragazze. In passato le vittime si erano recate altre volte in ospedale a cause delle lesioni subìte. Le giovani, però, avevano sempre attribuito la causa ad incidenti domestici. Ora hanno finalmente trovato il coraggio di dire la verità.