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Cosche calabresi investono nei ristoranti del nord Italia, 9 arresti

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Ristoranti e pizzerie di Lombardia e Piemonte usati da esponenti della malavita calabrese per investire denaro derivante da attività illecite.

La Polizia di Milano ha sequestrato beni per più di 10 milioni di euro e ha arrestato 9 persone appartenenti alle cosche calabresi. I destinatari della misura di custodia cautelare sono accusati di associazione per delinquere e trasferimento fraudolento di beni. Gli inquirenti sono infatti riusciti a mettere in evidenza gli interessi della criminalità organizzata nel settore della grande ristorazione nel nord Italia, in particolare in Lombardia e Piemonte. Le indagini della Polizia sono state coordinare dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, dalla Divisione anticrimine e dalla Squadra Mobile della Questura di Milano.

Cosche calabresi nel giro della ristorazione

La dinamica messa in luce dagli investigatori è semplice. Esponenti vicini alle cosche calabresi reinvestivano ingenti somme di denaro, derivate da attività illegali, in diversi ristoranti e pizzerie. Tutti appartenenti alla grande ristorazione del nord Italia. Tra i vari beni sequestrati ci sono anche quote societarie di alcuni ristoranti appartenenti alla famosa catena Giro-pizza Tourlè. Le quote in questione farebbero infatti capo a un noto pregiudicato, esponente della criminalità organizzata calabrese.

All’inizio di luglio 2019 un’altra operazione, questa volta intrapresa dalla Divisione anticrimine della Questura di Roma, aveva portato alla confisca di 173 appartamenti della Capitale e provincia. Gli immobili appartenevano tutti ad alcuni esponenti della ‘Ndrangheta calabrese. Queste zone, tra cui Grottaferrata, Morlupo e Rignano Flaminio, erano sotto il controllo delle famiglie calabresi fin dagli anni ’80. L’operazione aveva visto impegnati 250 agenti di polizia e coinvolto ben dieci diverse Questure. Il maxi sequestro ha riguardato beni per un valore di circa 120 milioni di euro.