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Partorisce in casa e ferisce la neonata: è morta

Roma bambino

Chiamati per intervenire, i paramedici hanno visto una stanza piena di sangue e delle profonde ferite sulla bimba, poi deceduta.

Non ce l’ha fatta la bimba nata in casa e massacrata di botte dalla madre. L’episodio è avvenuto nella provincia sud di Roma, precisamente ad Acilia, dove pochi attimi dopo il parto in casa una donna ha picchiato ferocemente il bambino appena nato, rendendolo in fin di vita. Il fatto è avvenuto in presenza della madre della 30enne: le due donne hanno chiamato i soccorsi poco dopo e al loro arrivo i paramedici si sono trovati dinnanzi a una scena agghiacciante. Nella stanza c’era sangue ovunque e il bambino presentava profonde ferite su tutto il corpo. Poche ore dopo il neonato è deceduto e ora la donna è accusata di omicidio.

Aggressione a neonato: il bimbo è morto

Le due donne, la neomamma e la madre di lei, hanno tentato di giustificarsi: “È caduto”, ma i paramedici avevano intuito la situazione e i maltrattamenti sul bambino. Allertate le forze dell’ordine, i carabinieri di Ostia hanno fermato la madre 29enne di Roma, in stato di fermo prima con l’accusa di tentato omicidio e nel tardo pomeriggio del 20 gennaio, di omicidio volontario.

Il bambino, a causa dei colpi ricevuti, è stato ricoverato in condizioni critiche all’ospedale Bambin Gesù di Roma. La neonata è in seguito deceduta: i medici hanno riscontrato ferite compatibili con un grave e profondo trauma cranico. Le indagini della compagnia dei Carabinieri di Ostia proseguono per determinare la dinamica degli eventi che hanno portato la donna, 30enne italiana di origine svedese, a compiere questo gesto.

Il precedente caso di Padova

Già alla fine del 2019 a Padova un neonato fu vittima degli stessi maltrattamenti. Il bambino di quattro mesi fu scosso così violentemente dalla madre da provocargli il coma. Solo in seguito i medici hanno dovuto dichiarare la morte cerebrale.

La madre 29enne, della stessa età della giovane romana, è ora sotto indagine per lesioni gravissime aggravate. Nel caso in cui dovesse avvenire il decesso del bambino, l’accusa verrebbe mutata in omicidio colposo. Al momento del fermo, la donna ha tentato di difendersi dichiarando alle forze dell’ordine: “Non dormiva, l’ho cullato troppo forte”.