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Coronavirus, chi ha diffuso la bozza del decreto? Sospetti su regione Lombardia

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Secondo la Cnn, la bozza del decreto sul coronavirus sarebbe stata divulgata dalla regione Lombardia. Ma in Italia molti puntano il dito contro Roma.

Sta circolando in queste ultime ore la voce secondo cui la bozza del decreto del governo sul coronavirus sarebbe stata fatta circolare da un membro dell’ufficio stampa della regione Lombardia. È quanto riportato dall’emittente statunitense Cnn nelle prime ore dell’8 marzo, addossando implicitamente sull’autorità regionale lombarda la colpa di aver divulgato il documento prima che fosse annunciato ufficialmente. In un secondo momento tuttavia, dopo la secca smentita della regione, i sospetti sulla diffusione della bozza sono ricaduti direttamente su Palazzo Chigi; per la precisione su di un collaboratore di un ministro del governo Conte.

Coronavirus, chi ha divulgato il decreto?

Se le affermazioni della Cnn dovessero essere confermate esse costituirebbero un fatto di eccezionale gravità, con un’autorità regionale che divulga documenti governativi ancora in via di approvazione. Un gesto che, a prescindere dal suo autore, ha contribuito a scatenare il panico tra la popolazione, con l’esodo di massa di migliaia di cittadini del Sud fuggiti dalle regioni del Nord Italia.

Nell’articolo pubblicato dalla Cnn si può leggere infatti: “Il testo della proposta – inviato alla Cnn dall’ufficio stampa della Regione Lombardia – afferma che le persone in Lombardia e in altre 11 province dovrebbero “assolutamente evitare qualsiasi movimento in entrata e in uscita … nonché all’interno degli stessi territori … ad eccezione dei viaggi motivati ​​da inevitabili esigenze lavorative o situazioni di emergenza”.

Pochi minuti dopo però, il sito dell’emittente corregge quanto appena affermato, scrivendo: “Il testo della proposta – inviato alla Cnn ‘anche’ dall’ufficio stampa della Regione Lombardia”, e suggerendo quindi come la bozza possa essere trapelata da altre fonti.

La smentita della regione Lombardia

Nella stessa giornata è tuttavia arrivata la risposta della regione Lombardia, che nega di aver mai diffuso la bozza del decreto sul coronavirus: “L’ufficio stampa della Regione Lombardia ha appreso i contenuti della bozza del Dpcm dell’8 marzo” sull’emergenza coronavirus “dai principali quotidiani online. Pertanto, da parte nostra, non è stata fatta alcuna anticipazione. Sono quindi del tutto infondate le ricostruzioni giornalistiche di un broadcaster internazionale a cui è stata chiesta immediata rettifica”.

Nel mirino Palazzo Chigi

Nel pomeriggio dell’8 marzo, anche a seguito della smentita da parte della regione Lombardia, alcuni giornalisti su Twitter hanno tenuto a precisare come la bozza del documento fosse già presente sui quotidiani nazionali dalla serata del 7 marzo, ben prima dunque che la Cnn pubblicasse la sua accusa nei confronti della Lombardia all’1:17 di notte ora italiana.

Tra questi anche il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni, che in un tweet afferma: “No. Il pezzo Cnn è dell’1.17 ora italiana. La bozza del decreto è anticipata dal Corriere intorno alle 20, e è stata messa in giro a Roma ore prima, non dalla Regione Lombardia”. Gli fa eco anche la firma del Corriere della Sera Pierluigi Battista, che in merito alle presunte responsabilità della regione Lombardia sulla divulgazione della bozza del decreto parla esplicitamente di fake news.

Nelle stesse ore l’articolo della Cnn viene infatti aggiornato, aggiungendo una frase che alluderebbe ad un coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi nella diffusione del decreto prima che venisse approvato. Attualmente nell’articolo è infatti riportato che i dettagli della bozza del decreto erano stati divulgati da “Uno stretto collaboratore di uno dei ministri presenti alla riunione del gabinetto”.