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Coronavirus, il primario del Niguarda: "Non lasciamo morire pazienti"

Coronavirus, il primario del Niguarda contro le fake news

Il primario del dipartimento anestesia e rianimazione dell'Ospedale Niguarda (Milano) lancia un messaggio sulla situazione Coronavirus in Lombardia.

La situazione negli ospedali della Lombardia, stracolmi di pazienti che lottano contro il Coronavirus, è sicuramente difficile ma bisogna stare attenti a ciò che circola per i social network, su Whatsapp, in rete. A diffondere l’avviso è stato il dottor Roberto Fumagalli, primario del dipartimento anestesia e rianimazione del Niguarda di Milano.

Il messaggio del primario del Niguarda

In questi giorni stanno circolando troppe bufale su ciò che succede dentro i reparti di terapia intensiva nelle strutture ospedaliere lombarde. Audio su Whatsapp che riportano di pazienti lasciati morire, post dove si scrive di anziani non intubati e cure garantite o meno in base alla discriminante dell’età.

Secondo il dottor Fumagalli, non c’è niente di più falso: la situazione è sì dura, ma nessuno viene abbandonato a sé stesso: “Stiamo combattendo contro il Coronavirus dal 24 febbraio 2020, sette giorni su sette”, ha detto “Collaboriamo con fra i reparti e con gli altri ospedali, abbiamo formato una rete che possa consentire il massimo delle cure”.

“Vogliamo battere il Coronavirus”

Tutti i dipendenti del sistema ospedaliero della Lombardia sono mossi da grande passione e serietà, nel lavoro quotidiano a supporto della Nazione. “Sulla loro faccia non c’è ancora stanchezza, ma soltanto voglia di superare questa epidemia”, ha raccontato il dottor Roberto Fumagalli, molto amareggiato dai messaggi che riportano invece di situazioni assurde.

“Non è vero che le terapie intensive sono piene di giovani. La percentuale di questi ricoveri è bassa”, ha detto il primario. La sua preghiera è quella di non contribuire alla diffusione di questi messaggi surreali ma di affidarsi invece all’informazione qualificata.

Infine, il dottor Fumagalli ha invitato tutti a seguire scrupolosamente le indicazioni del Governo, evitando il più possibile di uscire di casa e di compiere degli spostamenti.