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Coronavirus, Silvio Garattini: "Gli errori da non fare per la ripartenza"

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Silvio Garattini ha descritto una serie di errori da evitare nel momento della riapertura al termine dell'epidemia di coronavirus.

Il lockdown italiano rimane fino a Pasqua, questo è quello che è stato deciso dal comitato tecnico scientifico nella riunione di lunedì e che verrà poi confermato nel decreto del Cdm di giovedì. Pensare a una riapertura, allo stato attuale, è inopportuno e prematuro: Silvio Garattini, comunque, ha delineato degli errori da non fare in vista della ripresa della normalità dopo il coronavirus.

Coronavirus, errori per la riapertura

Anche secondo Silvio Garattini il governo italiano avrebbe commesso degli errori nella gestione dell’emergenza coronavirus: errori che in vista della riapertura dovrebbero essere arginati. Il governo avrebbe “sottovalutato”, come tutti, la situazione. “Il 5 gennaio il governo ha dichiarato lo stato d’ emergenza – ha spiegato Garattini -, ma poi non è stato fatto nulla per un mese e mezzo. È mancata una cabina di regia che gestisse l’ emergenza in arrivo”.

Quello a cui abbiamo assistito era una collaborazione tra la Protezione Civile e il governo che insieme “dovevano dare disposizioni alle Regioni”. Le priorità erano tantissime: “procurare mascherine, elaborare un codice di comportamento, istruire i medici, procacciarsi respiratori, creare strutture intermedie dove alloggiare i positivi che non necessitano di ricovero”.

La ripartenza, secondo il professore, “sarà un problema complicato”. Come detto da Conte, “dovrà essere graduale e le scelte vanno ponderate attentamente”. Ma Garattini ritiene, al contrario del premier, che “dovremo già pensare adesso, che si spera in una soluzione sanitaria, a individuare i soggetti che possono tornare al lavoro e darci delle regole per riprendere l’attività. Ci vorrà tempo ma bisogna iniziare a pensarci, per non trovarci ancora una volta senza progetto”.