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Femminicidio Messina, il ragazzo: "Lorena mi aveva trasmesso il virus"

femminicidio messina

Durante l'interrogatorio di Antonio, coinvolto nel femminicidio di Messina, sono emersi dei dubbi: la fidanzata gli ha trasmesso il coronavirus?

Una lite scoppiata forse a causa dello stress dovuto alla quarantena. Un ragazzo ha strangolato la fidanzata e ha tentato il suicidio a Messina: il femminicidio si è consumato martedì 31 marzo. Lorena, una studentessa della facoltà di Medicina presso l’università di Messina sognava di diventare medico per poter sconfiggere il coronavirus. La sua vita è stata spezzata da un momento d’ira del ragazzo, che poi avrebbe tentato di ferirsi con un coltello. Antonio De Pace è stato interrogato dal giudice e di fronte ai togati avrebbe confessato: “Mi ha trasmesso il coronavirus e l’ho uccisa“. Era stato proprio lui a chiamare i militari in stato confusionale, ammettendo le sue colpe.

Femminicidio a Messina: l’interrogatorio

La confessione di Antonio di fronte ai giudici, secondo la quale Lorena Quaranta lo avrebbe infettato con il coronavirus, è stata smentita. Infatti, gli esiti dei tamponi effettuati sui due ragazzi sono risultati negativi: rimangono quindi incerte le cause del femminicidio consumatosi a Messina. Era il 31 marzo quando Antonio De Pace, uno studente di Medicina, ha strangolato la fidanzata Lorena, coetanea di 27 anni e anch’essa studentessa universitaria. Antonio avrebbe poi cercato di ferirsi con un coltello, ma infine avrebbe chiamato in carabinieri e avrebbe confessato l’accaduto. Era in stato confusionale ed è stato portato in ospedale con alcune ferite al collo e ai polsi.

Infermiere, studente di odontoiatria, Antonio era un ragazzo calabrese di 27 anni che non ha mai dato segni di violenza o di cattiveria. Aveva conosciuto Lorena al Policlinico di Messina, dove la ragazza studiava per diventare una pediatra. Mai una lite in pubblico, mai un diverbio: tutti li descrivevano come una coppia tranquilla. Le indagini proseguono per accertare cosa abbia fatto scoppiare l’ira del giovane.