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Coronavirus, l'Iss: "I padroni infetti possono contagiare gli animali"

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L'Iss ha pubblicato un chiarimento spiegando che occorre isolare gli animali domestici dal padrone qualora il paziente risulti positivo.

A seguito della confusione imperante sull’argomento nella giornata del 3 aprile l’Istituto Superiore di Sanità ha deciso di diramare un comunicato ufficiale in cui chiarisce l’effettivo ruolo degli animali nella diffusione del coronavirus. Secondo la nota dell’Iss, che si basa sulle ultime evidenze scientifiche in materia, gli animali domestici non risultano vettori del Covid-19, la cui diffusione nel mondo dipenderebbe esclusivamente dal contagio da uomo a uomo. Occorre, però, isolare il paziente infetto (che potrebbe essere il padrone) dall’animale domestico, soprattutto nel caso di cani e gatti.

Isolare gli animali dai padroni positivi

Un punto importante sottolineato dall’Iss è l’importanza di isolare gli animali domestici, soprattutto cani e gatti, dai padroni risultati positivi al coroanvirus. “Fino al 2 aprile – dicono gli esperti – sono solamente 4 i casi documentati: in tutti i casi all’origine dell’infezione vi sarebbe la malattia dei loro proprietari affetti da Covid-19”. Occorre anche specificare che gli animali non sono vettori di diffusione del virus, ma il pericolo è il contagio derivante dalla vicinanza a una persona infetta.

“Il dato, per quanto limitato a poche osservazioni, merita attenzione – si legge sul sito dell’Iss -. A questi casi di infezione avvenuta naturalmente, si stanno infatti aggiungendo i risultati degli studi sperimentali effettuati in laboratorio su alcune specie domestiche. Questi confermerebbero la suscettibilità del gatto, del furetto e, in misura minore, del cane all’infezione da SARS-CoV-2″.

Coronavirus, il nodo degli animali

Nel comunicato, l’Iss conferma i dati che vedono gli animali domestici totalmente estranei dalla diffusione del coronavirus: Non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2 che riconosce, invece, nel contagio interumano la via principale di trasmissione. Tuttavia, poiché la sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che gli animali domestici siano, occasionalmente, suscettibili a SARS-CoV-2, è importante proteggere gli animali di pazienti affetti da COVID-19, limitando la loro esposizione”.

I ricercatori dell’Iss menzionano nella nota i quattro casi di positività su animali domestici attualmente registrati nel mondo: cioè quelli di due cani e un gatto a Hong Kong e di un altro gatto in Belgio. Proprio per quanto riguardo a quest’ultimo caso, un felino che ha iniziato a sentirsi male dopo che la proprietaria era da poco rientrata da un viaggio in Italia, l’Iss ha specificato che l’animale ha sofferto di anoressia, vomito, diarrea, difficoltà respiratorie e tosse, subendo però un miglioramento delle sue condizioni dopo circa nove giorni.

In corso nuove sperimentazioni

In conclusione al chiarimento, l’Iss specifica comunque come siano attualmente in corso una serie di sperimentazioni volte a evidenziare la suscettibilità al coronavirus di altre specie animali oltre a quelle attualmente già esaminate: “Il dato, per quanto limitato a poche osservazioni, merita attenzione. A questi casi di infezione avvenuta naturalmente, si stanno infatti aggiungendo i risultati degli studi sperimentali effettuati in laboratorio su alcune specie domestiche. Questi confermerebbero la suscettibilità del gatto, del furetto e, in misura minore, del cane all’infezione da SARS-CoV-2″.