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Coronavirus, le compagnie aeree: "Non abbiamo soldi per il rimborso voli"

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Le compagnie aeree non hanno soldi per il rimborso dei voli annullati per coronavirus: si fa largo l'ipotesi voucher.

Uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia è certamente quello del turismo e, di pari passo, quello dei trasporti. Gli aerei non volano più, e le compagnie si trovano in forte difficoltà. Proprio per questo non hanno le finanze necessarie a garantire il rimborso dei voli ai viaggiatori che hanno dovuto annullare le partenze a causa del coronavirus.

Coronavirus, il problema del rimborso voli

Brutte notizie per chi ha acquistato un biglietto aereo prima che scattasse il lockdown dovuto al coronavirus: quel biglietto non vi verrà rimborsato. È quanto si apprende da Alexandre de Juniac, ai veritici di Iata, la principale associazione internazionale dei vettori. In una conference call con i giornalisti, avrebbe spiegato perché, in questo momento, le compagnie non possano rimborsare i biglietti ai passeggeri. “Quello che dobbiamo fare oggi -spiega- è evitare di finire con la cassa prosciugata, per questo rimborsare i biglietti è per noi finanziariamente insostenibile”. La soluzione più semplice sarebbe quella di produrre dei buoni, pari al costo del biglietto, da utilizzare in seguito. “Ci sono Paesi -continua- che hanno accettato l’idea di voucher al posto dei rimborsi, mentre altri non concordano”. L’unica soluzione disponibile, per il vertice di Iata, è quella del voucher.

Le compagnie aeree rischiano il fallimento

Intanto, Eurocontrol avrebbe deciso di posticipare il pagamento da parte delle compagnie aeree di 1,1 miliardi di euro per i diritti di sorvolo dovuti alle autorità nazionali di gestione del traffico aereo. Nonostante questo: “La maggior parte delle compagnie aeree ha soldi per due mesi -spiega Brian Pearce, capo econmista della Iata-, poi rischia di fallire”. Secondo Iata, circa 25 milioni di posti di lavoro rischiano di sparire con il crollo della domanda di trasporto aereo, causata dalla crisi sanitaria. Come riferito da Pearce: “Ogni dipendente diretto nel settore dell’aviazione genera ulteriori 24 posti di lavoro nell’indotto”. Gli impiegati nel trasporto aereo sono 2,7 milioni (considerando compagnie aeree e aeroporti) e l’indotto ammonta a 65,5 milioni. Di questi, 25 milioni (di cui 5,6 in Europa) risultano attualmente a rischio.