> > Cappio e bastoni, così l'uomo torturava la convivente: arrestato

Cappio e bastoni, così l'uomo torturava la convivente: arrestato

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A Nonantola il peggio è stato evitato grazie all'arrivo dei carabinieri: "Aiutatemi, questo mi vuole ammazzare".

Poteva finire molto peggio e solo il tempestivo arrivo dei carabinieri ha evitato l’ennesimo femminicidio. A Nonantola, in provincia di Modena, una donna è riuscita a denunciare il suo aguzzino, il convivente, facendolo arrestare. Tempestiva è stata una telefonata al 112 dopo giorni di torture. Un manico di scopa ricurvo, una pistola a salve, due coltelli a serramanico e due cinture legate tra loro alle tubature del gas per formare un cappio. Sono questi gli oggetti rinvenuti nell’abitazione dove i carabinieri della stazione di Nonantola si sono trovati ad operare nella nottata tra giovedì e venerdì. Strumenti che l’uomo, un 42enne italiano, secondo gli accertamenti svolti dai militari utilizzava per minacciare la convivente nel corso delle frequenti liti. Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, l’uomo è stato arrestato e trasferito presso la casa circondariale di Reggio Emilia.

Nonantola, uomo sevizia la convivente

Secondo la ricostruzione degli inquirenti la tragedia sfiorata a Nonantola troverebbe movente nelle continue discussioni iniziate già nel mese di gennaio. Dalle parole si passava sempre alle mani: botte, le scuse di lui e la promessa di non farlo più. Stavolta, però, la donna, stanca dei continui maltrattamenti e delle percosse subite precedentemente, all’ennesimo pugno e all’ultima bastonata si è fatta coraggio, e, dopo essersi divincolata dalle grinfie dell’operaio, è riuscita a chiedere aiuto ai carabinieri dal bagno in cui si era rifugiata. “Aiutatemi: questo mi ammazza” avrebbe raccontato al centralino del 112.

I maltrattamenti in famiglia nelle ultime settimane, anche a causa del coronavirus, stanno aumentando. Tra i tanti disagi che la quarantena ha portato con sé, da quelli sanitari a quelli economici e assistenziali, l’ONU ha voluto porre l’attenzione sul possibile e già riscontrato aumento dei casi di violenza domestica. Il rapporto è del relatore speciale per la violenza contro le donne, Dubravka Simonovic: “Per molte donne e bambini la casa può essere un luogo di abuso. Una situazione che si aggrava di gran lunga nei casi di isolamento come quello imposto nell’ emergenza Covid-19”.

A chi rivolgersi

Chiamare il Numero Nazionale Antiviolenza Donna 1522 – È attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. Le operatrici telefoniche forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime di violenza di genere e stalking, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati presenti sul territorio nazionale, come ad esempio i Centri Antiviolenza. In caso di pericolo immediato, come nel caso di Nonatola rivolgersi alle Forze dell’Ordine o al Pronto Intervento (Carabinieri – 112, Polizia di Stato – 113, Emergenza sanitaria – 118).