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Vittorio Feltri contro il Sud: "Farete una brutta fine (meritata)"

vittorio feltri contro sud

Vittorio Feltri contro il sud torna a parlare di secessione e della brutta fine che farebbe il meridione "ingordo" senza il nord.

Il direttore del quotidiano Libero, Vittorio Feltri, tuona sul portale online del suo giornale contro il Sud e i meridionali accusandoli, anche molto pesantemente, di essere degli “ingordi” capaci solo di riempirsi le tasche con i soldi del Nord. Feltri nel suo editoriale si riferisce soprattutto alle questioni sollevate per la riapertura delle attività dopo l’emergenza coronavirus, ipotesi questa ritenuta molto affrettata da alcuni governatori delle Regioni del Sud. “Qui al Nord in particolare la gente è impaziente: non riscuote più lo stipendio, i piccoli risparmi familiari si sono esauriti, ovvio che punti a riprendere le proprie attività, questione di sopravvivenza – scrive Feltri – Non si tratta di correre in strada a suonare il mandolino, bensì di tornare in fabbrica pur con tutte le protezioni che evitino nuovi contagi. Tra l’altro, in vari Paesi flagellati quanto il nostro dal virus si è ricominciato o si sta ricominciando a produrre sotto la spinta della necessità. Non si capisce per quale motivo i compatrioti debbano essere accusati di avere le fregole, cioè ansia di ripartire per la libidine di recarsi in cantiere o in ufficio. La realtà è che un popolo operoso e generoso quale quello settentrionale desidera impadronirsi delle proprie redini e continuare nella propria esistenza di persone perbene, non di gregari”.

Feltri contro il Sud Italia

Accuse forti e senza mezzi termini, che tornano su stereotipi e diversità tra Nord e Sud d’Italia che forse avevamo dimenticato: “La mentalità corrente specialmente al Sud è nota: il Meridione è una terra affascinante e ricca di umanità, invece la Pianura padana e le Prealpi sono abitate da uomini e donne che puntano solo al denaro, fregandosene degli stornellatori. Il loro Dio sono profitto e fatturato. Luoghi comuni, pregiudizi che rivelano una preoccupante mancanza di informazioni esatte oltre che di cultura autentica. I nemici nostri però non devono esagerare, perché prima o poi i bollenti spiriti bossiani rischierebbero una nuova edizione”. Il richiamo a Umberto Bossi, fondatore e ideatore di quella che all’epoca era la Lega Nord, riporta il dibattito ai primi anni ’90, anni in cui si chiedeva la secessione dal regione del Nord da quelle del Sud.

Il coronavirus e il ritorno della secessione

Per il giornalista bergamasco, l’emergenza Coronavirus e tutte le sue conseguenze, avrebbero riacceso la miccia della secessione, per l’esplosione mancherebbe davvero poco in quanto, prima o poi, le grandi città del nord si ribelleranno alla dittatura romanfoggiana, con riferimento neppure tanto velato al premier Giuseppe Conte. “Prima o poi il Nord lascerà l’Italia. Manca soltanto la Lombardia per creare una frattura tra le due Italie divise da una antipatia reciproca che si era sopita e che le polemiche sul virus hanno risvegliato in modo drammatico. Attenzione, manutengoli ingordi, a non tirare troppo la corda poiché correte il pericolo di rompere il giochino che fino ad ora vi ha consentito di ciucciare tanti quattrini dalle nostre tasche di instancabili lavoratori. Noi senza di voi campiamo alla grande, voi senza di noi andate a ramengo. Datevi una regolata o farete una brutta fine, per altro meritata“.