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Anestesista paziente 1: "Perché ho pensato al coronavirus"

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Coronavirus, Annalisa Malara, anestesista di Mattia, il paziente 1 di Codogno, rivela perché ha pensato subito al virus.

Annalisa Malara è l’anestesista del paziente 1 di Codogno, Mattia, il primo infetto da coronavirus trovato in Italia. Negli ultimi due mesi la sua vita è totalmente cambiata. E adesso racconta a SkyTg24 quanto accaduto in quei giorni di metà febbraio. “Il racconto della moglie che lo collegava, anche se in modo molto labile, alla Cina messo insieme alla gravità del quadro clinico e ad alcuni dati sulla polmonite e agli esami di laboratorio, che potevano correlare questa polmonite con una causa virale, ci ha fatto proseguire l’iter diagnostico senza escludere nulla a priori”. Così, dunque, Annalisa Malara in una lunga chiacchierata. Per l’anestesista del paziente 1 quella polmonite, in un soggetto così sano, era troppo strana e per questo è scattato il campanello d’allarme.

Coronavirus, il racconto di Annalisa Malara

Mattia si è mostrato subito come un soggetto: “Giovane, sano, senza patologie ed era entrato con un grado di polmonite inizialmente leggero, – racconta Malara – ma che nell’arco di pochissime ore si è trasformata in una polmonite gravissima senza nessuna risposta alla terapia messa in atto in quel momento”. Per questo l’anestesista del paziente 1 di Codogno si è allarmata: “Non guariva. Sono stata io la prima persona a citare la parola Coronavirus, proprio perché, mettendo insieme questi elementi, la possibilità, seppur remota ma plausibile, che si trattasse di covid-19, c’era”.

Malara ha voluto precisare come l’idea: “Di fare comunque quel tampone, è stata condivisa con il mio primario e con i primari di microbiologia e malattie infettive dell’ospedale di Lodi e la direzione sanitaria dell’ospedale, ed era comunque volta a tutelare al meglio un paziente giovane che stava morendo”.

Ok misure lockdown

Annalisa Malara non ha dubbi sulle misure adottate dal Governo Conte. Sono state tutte positive: “Hanno richiesto tantissimi sacrifici individuali a tutta la nazione, ma hanno portato dei risultati estremamente forti e concreti. Siamo riusciti ad avere una netta pressione minore dal territorio con l’ingresso dei pazienti Covid ai pronti soccorso molto minore rispetto alla fase di picco. Da noi da un picco massimo di 26 adesso siamo a 10 pazienti Covid”.