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La rabbia degli aspiranti Cancellieri Esperti: "Discriminati"

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Per gli aspiranti Cancellieri Esperti e Direttori Amministrativi il Dl Rilancio contiene norme discriminatorie per l'accesso al concorso pubblico.

Il concorso per aspiranti Cancellieri Esperti e Direttori Amministrativi rischia di far discutere ancora prima di iniziare. Il Decreto Rilancio, infatti, prevede il bando di concorsi della Pubblica Amministrazione da 4244 posti entro agosto 2020. Ma i requisiti richiesti – menzionati all’art 240bis del Decreto Rilancio – segherebbero le gambe a tantissimi aspiranti concorsisti che non potrebbero prendere parte al concorso pubblico. “Ad oggi abbiamo contestato, mediante e-mail, sulle pagine social dei Ministri Dadone, Bonafede ed altri ma nessuno ci ha rivolto attenzione”. Inizia così la lunga lettera sfogo degli aspiranti Cancellieri Esperti e Direttori Amministrativi che lamentano l’inserimento di ‘titoli aggiuntivi’ richiesti da Ministri.

Concorso aspiranti Cancellieri Esperti

Secondo il Decreto Rilancio, infatti, per partecipare a questi concorsi pubblici bisogna aver effettuato: “L’iscrizione all’albo degli avvocati o essere magistrato onorario”. “I diplomati e laureati che possono partecipare, se si tiene conto del DM 2017 Rimodulazione dei profili professionali del personale dell’amministrazione giudiziaria, sono esclusi”. È quanto rivendicano gli aspiranti Cancellieri Esperti che denunciano: “Per noi non solo è discriminante, visto che i titoli aggiuntivi sono richiesti adesso a causa della pandemia e della necessità di velocizzare i tempi dei concorsi per inserire il personale, ma anche discrezionale visto che si terrà solo per titoli e colloquio”.


Gli aspiranti Cancellieri Esperti utilizzano forme di protesta telematica: “A causa della pandemia non possiamo viaggiare e incontrarci tutti a Roma per esprimere, con voce unanime, #No ai concorsi per titoli #Sì al merito. Siamo in tanti a protestare, uniti, determinati a non accettare questo sopruso per noi Aspiranti Cancellieri Esperti e per tutte le persone che si accingono a rispondere ai bandi di concorso della P.A per lavorare con efficienza, impegno e responsabilità”.

“Discriminati da ministri senza titoli”

Inoltre, gli aspiranti concorsisti spiegano che: “Se oggi restassimo in silenzio e accettassimo questa discrezionalità (titoli e colloquio) per noi non ci sarà futuro anzi perderemo il diritto che oggi è sancito nell’art. 4 della costituzione ‘La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto’. Aiutateci a dar voce alla nostra causa e ad ottenere il diritto di gareggiare insieme nei concorsi pubblici con i medesimi strumenti. L’Italia può e deve ripartire dal merito”.