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Coronavirus, come usare bene l'aria condizionata durante l'emergenza

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Secondo alcune ipotesi, il coronavirus può essere favorito dall'aria condizionata. Sì ai condizionatori, purché la manutenzione sia accurata.

Con l’arrivo della stagione estiva aumentano i dubbi sull’andamento del coronavirus: alcune ipotesi sostengono che l’aria condizionata, fedele compagna delle estati di molti italiani, possa favorire la circolazione della malattia. Gaetano Settimo, coordinatore del gruppo di lavoro ambiente e qualità dell’aria Indoor dell’Istituto Superiore di Sanità, fa sapere: Non c’è un problema legato al loro uso, non c’è nessuna prova che i climatizzatori possano essere veicoli di trasmissione del coronavirus”. Tuttavia, per ridurre al minimo i rischi, ci sono delle procedure e delle regole che è bene rispettare. Nessun impedimento nell’uso dei condizionatori, purché la manutenzione degli apparecchi sia accurata.

Coronavirus, come usare l’aria condizionata

L’ultimo rapporto aggiornato ad aprile non impone alcuna restrizione all’uso dell’aria condizionata. Resta necessaria la pulizia di prese e filtri in materiale plastico. È sufficiente servirsi di acqua e sapone o di una soluzione di alcol etilico con una percentuale minima del 70%. Non c’è bisogno di usare liquidi di sanificazione né altri prodotti. Con la pulizia, fanno sapere gli esperti:Si riduce la polverosità dell’aria, uno degli elementi che contribuiscono al peggioramento dello stato di salute”. Inoltre, almeno una volta al mese, si consiglia di lavare i filtri con un panno in microfibra. Al momento però, stando a quanto emerso dalle ultime ricerche, “la trasmissione aerea non è riconosciuta per il Covid-19”. La principale modalità di contagio resta il contatto tra persone “attraverso l’inalazione di goccioline generate da tosse e starnuti e dagli atti del parlare e respirare”.

Il professor Settimo, inoltre, ha precisato: “Oggi non si conosce la concentrazione virale del SARS-CoV-2 che può innescare l’infezione, quindi tutte le attività che consentono di diluire l’eventuale presenza di agenti infettivi sono consigliate”.

Il riciclo dell’aria

Per consentire il riciclo e la pulizia dell’aria è bene arieggiare casa, così come il posto del lavoro, che sia un ufficio o un negozio. È bene tenere aperte le finestre e cambiare aria. Al contrario, la maggior parte dei condizionatori usano la stessa aria presa dall’ambiente interno secondo il sistema del ricircolo. La temperatura consigliata è di 24-26 gradi, indipendentemente dall’emergenza coronavirus. Evitare sbalzi di temperatura, inoltre, resta una norma su cui è utile prestare attenzione. Assoclima, l’associazione dei sistemi di climatizzazione, ha fatto sapere: “È condivisa l’interpretazione di buon senso espressa dalla Regione Veneto. Chiarisce che la prescrizione di escludere la funzione del ricircolo deve intendersi subordinata alla effettiva possibilità tecnica di realizzare l’esclusione senza obbligo di sostituzione, adeguamento tecnologico e interdizione dell’impianto”. Va bene continuare con lo stesso climatizzatore, assicurando un buon ricambio d’aria esterna”. Stando alle precisazioni di Assoclima, l’interpretazione del Veneto dovrebbe essere presa come modello di riferimento.

In un’intervista all’agenzia Dire, Giuseppe Ippolito, componente del Comitato tecnico scientifico del governo, ha dichiarato: Dobbiamo pensare di riaprire le finestre, di far circolare tanta aria nelle nostre case, di non rimanere al chiuso con i condizionatori accesi. Una persona esposta al condizionatore potrebbe prendere una botta di freddo e cominciare a starnutire. Ogni starnuto può essere indicatore di qualcosa che sta succedendo. Dobbiamo fare di tutto per stare attenti agli sbalzi di temperatura, soprattutto gli anziani”. I condizionatori , in base alle conoscenze attuali, non diffondono il virus, ma vanno usati con attenzione. Stando a quanto detto da Ippolito, un’infreddatura potrebbe farci ammalare e far pensare a sintomi legati al Covid-19.