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Il Covid Hospital Civitanova è pronto, ma scarseggia il personale

Covid Hospital Civitanova, poco personale disponibile

A Civitanova Marche, il Covid Hospital è pronto a partire. Il grosso "ma" è rappresentato dall'esiguo personale tra medici e infermieri.

Il Covid Hospital di Civitanova Marche è pronto. Per la struttura sono stati spesi circa 12 milioni di euro, 5 dei quali donati dalla Banca d’Italia, e gestiti dall’Ordine di Malta. L’ospedale offre 84 posti letto, 42 in terapia intensiva e rianimazione, altri 42 di sub intensiva che dovrebbero accogliere tutti i pazienti malati di Coronavirus e ricoverati presso le altre strutture della Regione.

Il Covid Hospital di Civitanova è pronto

Luca Ceriscioli, governatore della Regione Marche, ha fortemente voluto questa struttura ispirata a quella sorta presso l’ex Fiera di Milano, attualmente in disuso e che probabilmente chiuderà. C’è però un intoppo non da poco che rallenta l’apertura del Covid Hospital Civitanova: la scarsità di personale.

Forti le critiche destinate al progetto, sia politiche che tecniche, essendo questo affidato all’ente privato Ordine di Malta. I medici hanno inoltre contentato la reale necessità di realizzare un centro Covid-19 in un’area fieristica sita a chilometri dalle altre strutture ospedaliere.

I medici: “Siamo forse schiavi?”

Sono 232 gli anestesisti e i rianimatori marchigiani che una settimana fa hanno espresso il loro disappunto, mezzo lettera: “Trasferire i pazienti critici Covid da ospedali sicuri ad un ospedale che non sappiamo se possa rispettare i criteri di sicurezza adeguati, in un periodo che ormai è palesemente al di fuori dell’emergenza, è da irresponsabili”, si legge nel testo.

Inoltre, il gruppo ritiene ingiusto la possibilità che, in mancanza di personale volontario, se ne possa sottrarre parte da altre strutture. “Non ci sono malati da rianimare, in pochissimi sono disposti a fare qualche turno come volontari. Dopo 70 giorni in cui il Covid-19 ci ha cambiato la vita facendoci lavorare come marziani, non accettiamo che ci venga imposto di lasciare i nostri ospedali. Siamo forse degli schiavi?”, dice in un’intervista a Fanpage il dottor Marco Chiarello, ex primario del reparto di rianimazione di Camerino in pensione e presidente regionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza aerea critica (Aaroiemac).