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Fase 3, centri estivi aumenti fino al 300%: un lusso per le famiglie?

Fase 3, centri estivi aumenti fino al 300%: un lusso per le famiglie?

I costi dei centri estivi nella fase 3 hanno raggiunto aumenti fino al 300%, con l'arrivo dell'estate, la fine della scuola e la ripresa del lavoro.

Con l’arrivo dell’estate e la fine della scuola i centri estivi sono la salvezza delle famiglie, che possono lasciare i propri figli in un posto sicuro con i loro coetanei mentre lavorano. Quest’anno in particolare, nella fase post-coronavirus questi centri sarebbero stati ancora più apprezzati. Rappresentano infatti per i ragazzi il ritorno alla socializzazione e al gioco, dopo mesi di didattica a distanza davanti a un computer. Inoltre avrebbero permesso alle famiglie di tornare al lavoro con una preoccupazione in meno. C’è un ma: nella fase 3 i prezzi dei centri estivi hanno subito aumenti fino al 300%, diventando un lusso per molte famiglie.

Fase 3, aumenti nei centri estivi

In alcune zone le tariffe dei centri estivi sono aumentate, a volte fino a diventare irraggiungibili per le famiglie. L’aumento della retta è dovuto soprattutto alle spese extra che i centri, sia privati che pubblici, devono sostenere per poter garantire una riapertura in sicurezza. Per esempio i costi di sanificazione e di acquisto dei dispositivi di sicurezza, oltre all’assunzione di personale in più, necessario in queste circostanze.

In alcune zone, nel Veneziano per esempio, le rette sono aumentate del 300%, a Treviso sono triplicate, così come nel milanese, a Modena raddoppiate. Gli aiuti stanziati dal Governo, come il bonus baby sitter, non sono sufficienti per molte famiglie. L’aumento delle tariffe per sostenere i costi extra è stata adottata anche da altri esercizi commerciali.

Alcune eccezioni

Per fortuna ci sono delle eccezioni in questa situazione. A Bologna sono previsti degli aiuti per aiutare le famiglie, con la riduzione delle rette. A Pistoia il centro ha deciso di farsi carico interamente di eventuali aumenti, senza farli pesare sulle famiglie. In alcune zone, però, il problema dell’aumento dei costi, sommato al ritardo con cui sono state consegnate le linee guida per le riaperture, hanno spinto alcuni centri estivi a non aprire del tutto l’attività, almeno per questa estate.