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Guerra, Oms: "Contagi a scuola sarebbero una bomba"

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"Contagi a scuola sarebbero una bomba", le parole del direttore aggiunto dell'Oms Ranieri Guerra che mette in guardia sui futuri rischi.

Coronavirus e scuole, il direttore aggiunto dell’Oms Guerra mette in guardia: “Contagi a scuola sarebbero una bomba”. L’intervista esclusiva a Repubblica dove il responsabile mette in guardia i giovani.

Contagi e scuole

Il tema dei contagi da coronavirus resta sempre caldo, qualsiasi argomento si tocchi: dal lavoro, ai luoghi pubblici, agli spazi condivisi anche la scuola è un argomento che agita numerose categorie, dai genitori agli insegnanti. Ripartire è essenziale, e giusto, ed è necessario farlo con una certa velocità se si vuole garantire un egual istruzione agli studenti di tutte le fasce: il rischio è però dietro l’angolo, e la delicatezza dell’argomento mette in contrasto numerose opinioni. In un’intervista a “La RepubblicaRanieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha affermato che i punti deboli della crisi da Covid-19 sarebbero proprio i giovani, che “si sentono inattaccabili. Situazioni di convivialità senza regole. Poi resta l’incognita della scuola. Con le scuole dobbiamo stare attenti. Il tema è di importanza vitale, ma i dati sono contraddittori. E un contagio lì rischia di diventare una bomba”.

Un monito che sembra premonitore

“Come Oms europea abbiamo convocato una conferenza fra gli esperti e In Italia abbiamo la fortuna di riaprire le scuole dopo gli altri. Stavolta non siamo chiamati a fare gli apripista, ma non possiamo permetterci sbagli. Oggi curiamo i pazienti prima e meglio. Resta ancora difficile trovare gli asintomatici che diffondono i contagi. Avvieremo un monitoraggio delle acque reflue per riconoscere in anticipo i focolai che si riaccendono”. Una lunga intervista dove si spazia su molti argomenti, anche sui dati che differiscono da regione a regione, e dove l’attenzione resta sempre alta in Lombardia, la quale sembra preoccupare più di tutte le altre messe insieme. Guerra parla anche del Lazio, dove nonostante i focolai la situazione preoccupa meno: “Oggi Lazio e Lombardia vivono situazioni opposte. Nel Lazio c’è una circolazione a cluster: molti casi, ma concentrati. In Lombardia c’è una circolazione comunitaria. Il virus è in giro, ma non sappiamo esattamente dove. I contagi sono distribuiti. Ricostruire i loro percorsi è difficile”. Come localizzare i contagi, quindi? Per Guerra è dura, durissima, ma il lockdown stretto ha salvato migliaia di vite umane – nonostante sia stato doloroso – e l’app Immuni è importante perché aiuta nel tracciare la diffusione del Covid. “Nessuno di noi ricorda quando al supermercato si è avvicinato troppo a un’altra persona”. Non è dunque ancora il tempo per abbassare la soglia dell’attenzione.