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Carabinieri arrestati, i superiori: "Fate più arresti possibili"

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I militari con gradi superiori a quelli dei carabinieri arrestati a Piacenza chiedevano ai loro sottoposti di effettuare più arresti possibile.

Continuano ad emergere dettagli relativi a quanto accaduto alla caserma di Piacenza in cui alcuni carabinieri sono stati arrestati a vario titolo per pestaggi, torture, traffico di droga ed estorsione: in tutto ciò i gradi superiori avrebbero ignorato le anomalie e anzi chiesto di effettuare più arresti. Con il solo scopo di dimostrare alle compagnie limitrofe di valere di più.

Carabinieri arrestati: cosa facevano i superiori?

Il giudice per le indagini preliminari ha spiegato che gli inquirenti stanno cercando di capire quale sia stato il livello di consapevolezza e di partecipazione degli ufficiali nelle attività illecite commesse dai militari. Il riferimento è al maresciallo a capo della Stazione, Marco Orlando, e al maggiore comandante della Compagnia, Stefano Bezzeccheri, entrambi indagati e sospesi dal servizio.

Il primo si sarebbe infatti accorto di alcune anomalie all’interno della caserma, come quella di un Carabiniere che nel 2018 aveva affermato che “i ragazzi della Levante vanno ridimensionati perché si sono allargati un po’ troppo“. Ne avrebbe quindi parlato alla Polizia municipale ma senza riferire nulla al vertici dell’Arma, impedendo così che questa potesse intervenire.

Alcune intercettazioni mostrerebbero poi un rapporto di particolare confidenza tra lo stesso Bezzeccheri e Giuseppe Montella, ritenuto il leader del gruppo degli arrestati. Il primo avrebbe spinto i suoi sottoposti ad effettuare più catture che potevano. Ci sarebbe infatti stata una sorta di competizione con le Compagnie limitrofe di Bobbio e Rivergaro per vedere chi contabilizzava più arresti. Questo quanto avrebbe detto il comandante a Montella: “Perché io so’ fatto così Montè, a Rivergaro e a Bobbio gli devo fare un cu*o così… È una questione di orgoglio, perché mi gira il cu*o che gente che rispetto a voi non vale un cazzo fanno i figurini col colonnello, col comandante della Legione, eccetera eccetera“.


Il destinatario gli aveva assicurato che avrebbe cercato di farne il più possibile. Una situazione di cui l’unico carabiniere non inquisito, Riccardo Beatrice, aveva raccontato al padre: “Portano i risultati… a te colonnello ti faccio fare bella figura e ti porto un sacco di arresti l’anno! … Lavorano assai, ma perché?… C’hanno i ganci“. Ora gli inquirenti indagheranno sui vertici ancora superiori. Tra questi i tre comandanti provinciali che si sono avvicendati negli ultimi tre anni e il comandante regionale dell’Emilia Romagna.