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Marinaia del balletto rischia sanzione disciplinare: lei si difende

Marinaia balletto

La marinaia che ha coinvolto alcuni giovani militari della Marina in un balletto rischia una sanzione disciplinare.

La marinaia che ha dato avvio al balletto di gruppo svoltosi dopo il giuramento presso la scuola sottufficiali della Marina di Taranto rischia una sanzione disciplinare per consegna di rigore con l’accusa di aver leso l’immagine della Forza armata. Tramite il suo avvocato ha difeso la sua azione spiegandone i motivi.

Marinaia del balletto rischia sanzione

La comandante del corso di volontari frequentato dai marinai si era lanciata in un ballo di gruppo sulle note di Jerusalema, una delle canzoni più popolari su Tik Tok, coinvolgendo tutta la squadra in divisa e inquadrata in plotoni. Qualcuno aveva ripreso la scena che in breve tempo ha fatto il giro del web e spinto la Marina Militare ad avviare un procedimento disciplinare, contestando alla tenente di vascello di aver tenuto un comportamento “non consono e lesivo dell’immagine sua e della Forza armata“. Nonché di aver promosso e partecipato ad un evento “deplorevole nella forma e nella sostanza“.

Ora rischia persino una sanzione disciplinare, ma lei non ci sta e si difende tramite il suo avvocato Giorgio Carta. La donna ha spiegato che il suo intento era soltanto quello di rinfrancare lo spirito di tante giovani reclute sottoposte ad eccezionali precauzioni e isolamento dal resto del mondo a causa dell’emergenza sanitaria.

Si è inoltre detta sorpresa del fatto che la scala gerarchica, per fatti che lei ritiene inoffensivi, abbia ritenuto di avviare in tempo record un procedimento per la consegna di rigore. Vale a dire la più grave delle sanzioni di corpo riservata a comportamenti di massimo allarme e discredito.

Ciò che la marinaia voleva semplicemente fare, ha spiegato Carta, era rinfrancare gli animi dei militari che si sono trovati ad avere più restrizioni e meno libertà di coloro che li hanno preceduti. Il giuramento si è infatti svolto a porte chiuse, senza parenti e amici. In più i ragazzi non hanno fruito della libera uscita durante il coso né della consueta giornata da trascorrere assieme ai parenti dopo aver giurato. Nulla che volesse screditare la Marina dunque, ma soltanto un atto nelle migliori intenzioni.