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Coronavirus: a Palermo 18 nuovi casi in poche ore

pronto soccorso palermo

Cresce la paura a Palermo per i tanti casi di positività al Coronavirus registrati nelle ultime ore. Solo 18 sono dipendenti della Rap.

La pandemia sta investendo la Sicilia e solo nel pomeriggio di mercoledì 9 settembre sono stati registrati a Palermo 18 nuovi casi di positività al Coronavirus. Contagiati anche il giudice della Corte d’Appello e una dipendente Msc.

18 nuovi contagi a Palermo

Sono 27 i nuovi positivi registrati nella giornata di mercoledì 9 settembre, 18 scoperti dal pomeriggio e non ancora registrati nel bollettino ufficiale del ministero della Salute. Si tratta di alcuni dipendenti della Rap di Palermo, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nel capoluogo. Ai 15 resi noti dal presidente dell’azienda Giuseppe Norata se ne sono aggiunti tre che sono risultati positivi al test sierologico a cui sono già stati effettuati i tamponi. L’Asp ha garantito la propria disponibilità ad estendere temporalmente, nella massima misura possibile, gli spazi destinati all’effettuazione degli esami, dalle 8 alle 19, per lo screening completo di tutti i 1.800 dipendenti della Rap, entro il prossimo 15 settembre. Tra i casi segnalati mercoledì 9 settembre, vi è anche il giudice della Corte d’Appello, il quale si trova in isolamento domiciliare e un paziente della clinica Candela, proveniente dall’ospedale Cervello, adesso ricoverato in terapia intensiva al Civico.

Positiva dipendente Msc

Nella lista dei contagiati vi è pure una dipendente Msc in servizio sulla nave da crociera Grandiosa: si tratta di una israeliana, asintomatica, trasferita ieri dal porto in una struttura individuata dall’Asp e dalla compagnia di navigazione, probabilmente al Covid hotel San Paolo. La donna è risultata positiva alla fine di un lungo protocollo sanitario che, fanno sapere dalla Msc, “rende le nostre imbarcazioni luoghi di totale sicurezza: i dipendenti, se si tratta di personale straniero, effettuano il tampone poco prima di partire dal Paese di origine, poi, prima di salire a bordo, effettuano un secondo esame, e se il controllo dà esito negativo, salgono sulla nave ma vanno subito in quarantena nei propri alloggi per 14 giorni. Finito l’isolamento, prima di uscire dalla cabina vengono sottoposti a un terzo tampone, rapido”, che nel giro di poche ore, conferma o ribalta la diagnosi iniziale.