> > Covid migranti, 30 rifugiati scontano la quarantena su un pullman

Covid migranti, 30 rifugiati scontano la quarantena su un pullman

I 30 migranti 'depositati' sul pullman a Udine

Sono rimasti in 30 i richiedenti asilo politico costretti a vivere in maniera inumana durante la quarantena su un pullman.

Mangiano e dormono in un pullman si lavano con una pompa e per espletare i propri bisogni, ci sono due bagni chimici. E’ la sorte toccata a circa 30 migranti giunti a Udine attraverso la rotta balcanica e che sono stati ‘depositati’ in una zona appartata dell’Ospedale psichiatrico Sant’Osvaldo dove dovranno sostare durante la quarantena di 14 giorni. Lontano da occhi indiscreti e sorvegliati a vista dalle forze di Polizia che impediscono la libertà di movimento, i migranti che scontano la quarantena in un pullman rappresentano quei casi al limite che ha generato il Covid, ma tra essi ci sono anche molti richiedenti asilo politico che per forza di legge non dovrebbero stare in queste condizioni.

Noi come organizzazione di diritti umani riteniamo che queste non possano essere condizioni di accoglienza degne” sbotta a Tpi il consulente di ActionAid, Fabrizio Coresi. “Sono anzi fortemente lesive della dignità umana. Non rispettano gli standard minimi di accoglienza previsti dalla nostra Costituzione e dal diritto internazionale, comunitario e italiano”.

Migranti scontano quarantena in pullman

Conosciamo tutto, o quasi , delle navi quarantena – come per esempio quanto costano – ma la novità dei bus quarantena davvero mancava agli Italiani. Inizialmente il gruppo di migranti era composto da 70 persone e solo grazie all’aiuto della Caritas e lo svuotamento dell’ex caserma Cavarzerani – al centro di una rivolta di migranti lo scorso agosto – 40 di essi hanno potuto ricevere la degna sistemazione di cui parla Coresi. Il gruppo in origine era giunto a Tricesimo, comune a nord di Udine, ma era stato scacciato dal sagrato della Santuario della Madonna Missionaria dal sindaco di centrosinistra Giorgio Baiutti. Intanto protestano le associazioni del settore, ed in una lettera datata 14 settembre ed inviata da ActionAid, Asgi, Intersos si ricorda al Prefetto di Udine e al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, qualora lo avessero dimenticato, che il Decreto Cura Italia ha assegnato poteri speciali ai prefetti per fare tutto il possibile a poter ospitare i soggetti in quarantena che non possono scontarlo presso il proprio domicilio. I Prefetti, ricorda infatti la lettera, possono requisire a tal proposito”strutture alberghiere, ovvero di altri immobili aventi analoghe caratteristiche di idoneità“.

Risposta del Prefetto di Udine

La risposta del Prefetto di Udine, Angelo Ciuni, non si è fatta attendere e dalle pagine di Repubblica il rappresentante del Governo spiega:

È una soluzione temporanea di emergenza. Siamo alla ricerca di luoghi in cui accogliere i profughi. andrebbe bene un piccolo albergo dismesso o una scuola non più utilizzata, va bene anche un capannone con i servizi principali. Il problema è che non stiamo trovando disponibilità