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Da Jonathan Galindo al Blue Whale: il pericolo dietro i giochi social

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Sono tanti i giochi social che mettono in pericolo la vita dei più piccoli o dei ragazzini fragili. Tra questi il Jonathan Galindo e Blue Whale.

Blue Whale, Jonathan Galindo e chissà quanti altri ancora non si conoscono o arriveranno in futuro. C’è chi li chiama giochi, ma non lo sono: vengono organizzati da menti perfide in grado di sconvolgere la psiche di bambini e adolescenti fino a portarli al suicidio. Il caso del ragazzino di 11 anni di Napoli morto dopo essersi lanciato dal balcone di casa sua, al decimo piano di un appartamento a Chiaia, ha fatto riscoprire agli italiani l’orrore dei “giochi mortali”, giostrati da persone che attraverso i telefonini entrano nella testa dei ragazzini inpossessandosene.

Dal Blue Whale a Jonathan Galindo

In principio fu il Blue Whale, se ne parò tanto nel 2017: si tratta di una sfida lanciata sui social da parte di giovani, che consiste nell’affrontare una serie di prove fino ad arrivare al suicidio. Dietro a questa pratica c’è la regia di un “curatore“, ovvero colui che guida i giovani psicologicamente più deboli a compiere questi gesti estremi. Si comincia con i tagli sulle braccia o altri lividi provocati sul corpo per poi alzare la posta fino al tentativo del gesto estremo.

Dopo il Blue Whale si è iniziato poi a parlare dei Selfie Killer, con centinaia di giovanissimi pronti anche a morire per uno scatto fotografico unico fatto in posti pericolosissimi. Uno dei classici era la foto scattata sui binari a pochi metri dal treno in arrivo. Adesso la tragica morte del ragazzino di Napoli ha fatto scoprire a tutti un altro “gioco”: quello del Jonathan Galindo, un finto Pippo della Disney con il cappuccio che adesca i bambini sui social network lanciando delle sfide man mano sempre più ardue e pericolose. Quanti bambini sono nella morsa di queste perfide menti? Il consiglio lanciato dagli esperti ai genitori è di controllare di frequente i cellulari dei figli ed intervenire ai minimi segnali che fanno pensare che qualcosa di strano stia accadendo.