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Palermo: migranti ingoiano lamette per protesta contro quarantena

Palermo, migranti ingoiano lamette per protesta

Migranti ingoiano lamette e vetro per protesta contro la quarantena, soccorsi dalla Capitaneria

A PAlermo nove migranti a bordo di una nave hanno ingoiato lamette e pezzi di vetro per protestare contro la quarantena. Sono stati quindi soccorsi dalla Capitaneria di Porto e dal 118 e portati in ospedale.

Palermo, migranti ingoiano lamette per protesta

Sono nove i migranti che a bordo della nave Rhapsody attraccata di fronte al porto di Palermo hanno necessitato dei soccorsi perché avevano ingoiato lamette e pezzi di vetro come protesta contro la quarantena. I soccorsi, la Capitaneria di porto e gli operatori del 118 sono giunti alla nave ed hanno riportato a terra i feriti con la motovedettea della Capitaneria di Porto. I migranti sono stati quindi trasportati in ospedale.  

Pare che qualche migrante si sia anche ferito con un coltello. Dei migranti feriti, solo quattro sono stati riportati a terra dalla Capitaneria e portati poi in ospedale dalle ambulanze della Croce Rossa. Resta ancora sconosciuto il nome dell’ospedale presso il cui pronto soccorso sono stati accompagnati i feriti data l‘emergenza Covid e la problematica del reperire risorse mediche disponibili. I migranti che si trovano sulle navi in quarantena sono sempre di più nell’occhio del ciclone delle polemiche.

Già nel corso dell’estate Rifondazione Comunista di Trapani aveva preso di mira le condizioni socio-sanitarie delle navi Azzurra e Aurelia, entrambe utilizzate per poter far trascorrere la quarantena ai migranti prima dello sbarco: “Le condizioni in cui versano i migranti sono terribili e nel corso delle ore si sta assistendo a gravi fenomeni di autolesionismo a bordo delle due imbarcazioni, un migrante è giunto persino a ingoiare una lametta da barba”. Queste le parole scritte in una nota della Federazione. Il partito aveva chiesto che venissero studiate “soluzioni idonee a queste persone abbandonate nell’incertezza, nel pieno rispetto della dignità umana di costoro, per la tutela dei diritti di chi sfugge alla guerra, alle violenze, alle persecuzioni”.