Gli artigiani della storica via di San Gregorio Armeno hanno scritto una lettera al governatore De Luca e al Premier Conte chiedendo aiuti economici. Senza sussidi, hanno spiegato i mastri presepai, le loro botteghe rischiano di chiudere per sempre.
La lettera degli artigiani di San Gregorio Armeno
A inviare la richiesta è stato il presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Le Botteghe di San Gregorio Armeno” Gabriele Casillo. La denuncia dei lavoratori è quella di essere “completamente dimenticati dal governo centrale nell’ultimo Decreto Ristori“. Per le categorie degli artigiani e dei commercianti non è infatti previsto alcun contributo né sgravio fiscale nonostante il turismo sia completamente fermo e i centri storici vuoti.
Una situazione tanto più grave per i presepai che hanno la maggior parte dei loro incassi nel periodo che va dall’1 novembre al 6 gennaio. “Ne deduciamo che le trentotto botteghe devono sopravvivere per almeno cinque mesi registrando incassi ai minimi storici, spesso pari a zero, dovendo pagare affitti, tasse, contributi e utenze“, ha lamentato Casillo. Una condizione insostenibile per gli artigiani, già reduci da otto mesi difficilissimi.
“Bisogna rendersi conto che è davvero urgente fare qualcosa, altrimenti molte di queste attività non ce la faranno. E provate solo ad immaginare l’impatto culturale, sociale, economico che ne deriverebbe“, continua la lettera. Di qui l’enunciazione delle loro richieste e proposte di intervento per il settore:
- contributi a fondo perduto a lungo termine che permettano di sostenere almeno i costi fissi
- credito d’imposta sul canone degli affitti da destinare ai proprietari e non agli affittuari
- sospensione di tasse e contributi
- sconti sulla fornitura di energia elettrica
- possibilità di accedere al finanziamento dei 25.000 euro anche per i cattivi pagatori.
Dopo aver denunciato la mancanza di ascolto e considerazione da parte del governatore della Campania, Casillo ha concluso affermando che “se anche stavolta ci ignorerete le conseguenze saranno drastiche ed oltre a rovinare l’unicità di una delle dieci strade più famose al mondo, vi accorgerete prima o poi di aver rovinato numerose attività dei centri storici, le famiglie ad esse connesse e le vite di tanta, tantissima gente“.