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Covid, dati della settimana: l'incremento dei casi rallenta

Covid

I dati settimanali sul Covid segnalano un rallentamento dell'incremento dei nuovi casi.

I dati settimanali rivelano una percentuale di incremento dei nuovi casi di Coronavirus minore. Tra il 4 e il 10 novembre l’incremento è stato del 25,6%, mentre nella precedente settimana era del 49,7% e ancora prima aveva sfiorato il 100%. Per il momento non è chiaro se si tratti di un rallentamento dell’epidemia, come tutti sperano, oppure di una riduzione a causa del trattamento diventato sempre più difficile.

Dati sull’incremento di casi Covid

La percentuale di positivi rispetto ai test è in crescita, visto che i tamponi molecolari effettuati sono stati 1.454.260, a cui vanno aggiunti quelli antigienici rapidi. Il 10 novembre i ricoverati nelle terapie intensive erano 2.971, mentre il 2 novembre erano 2.225. I 746 in più rappresentano un incremento del 33,5%, inferiore rispetto a quello della settimana prima, che era del 57,8%. Le persone ricoverate in tutti i reparti sono 27.743, contro le 19.809 della settimana precedente, per un incremento del 40,1%, ovvero più basso rispetto al 52% della scorsa settimana. Le misure attuate dal Governo potrebbero iniziare a dare qualche frutto, che può far sperare in un rallentamento. Per quanto riguarda i decessi, invece, sono stati 2.918 in una settimana, mentre in quella precedente erano 1.712, con un aumento del 71%. In tre settimane il numero risulta triplicato.

La percentuale di positivi trovati con i test è in crescita ed è passata dal 14,6% al 16,2%. Questi dati sono in crescita dai mesi estivi. Le Regioni hanno dimostrato di avere notevoli problemi di tracciamento, che in alcune zone è addirittura saltato. Sta, però, crescendo moltissimo l’uso dei tamponi rapidi, che non vengono presi in considerazione nei conteggi della Protezione Civile. Se così non fosse sicuramente la percentuale di positivi si abbasserebbe drasticamente. In quasi tutte le Regioni si sta osservando una frenata dei nuovi contagi, salvo alcune eccezioni, come il Piemonte e il Veneto, in cui la riduzione è meno accentuata.