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Vaia: "Cure più efficaci rispetto a marzo: mortalità solo dell’1%"

Francesco Vaia

Francesco Vaia si esprime sull'attuale emergenza sanitaria e sulla chiusura quasi totale della Nazione.

“Oggi cure più efficaci rispetto a marzo: così mortalità è solo dell’1%” queste le parole del direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia: “In uno studio su 61 pazienti deceduti, la maggior parte aveva ipertensione, diabete o cardiopatie. Malattie legate a stili di vita non corretti. Invito il ministro dello Sport a ripensare le chiusure di palestre e piscine”.

Vaia: tasso di mortalità diminuito

È il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia a illustrare i risultati dello studio sugli esami autoptici, condotto dall’istituto di Anatomia patologica e diretto da Franca Del Nonno: 61 pazienti morti nel Lazio, in Umbria e in Abruzzo sono stati studiati, 48 uomini e 13 donne di età compresa tra 35 e 90 anni (64 anni l’età media), e di cui “la maggior parte è affetta da altre patologie: ipertensione, diabete e cardiopatia cronica per prime”.

Così si esprime Vaia: “Il tasso di mortalità a causa del Covid oggi è diminuito notevolmente. Se a marzo eravamo infatti sopra al 10% dei contagiati totali, ora siamo scesi sotto l’1. Questo perché abbiamo imparato a combattere e curare questo mostro. Un mostro che colpisce e uccide soprattutto chi è già malato”.

Covid sui pazienti con patologie

Seguono le patologie sopraelencate: “Fibrillazione atriale e broncopneumopatia, morbo di Parkinson, demenza e malattie psichiatriche, obesità e malattie ematologiche. Solo 6 dei pazienti analizzati non avevano comorbosità”.

A proposito di questi malati, Vaia spiega che non tutti hanno seguito il medesimo percorso, che prevede prima il ricovero in ospedale e poi la terapia intensiva. Lo stesso sottolinea che “la terapia intensiva va pensata come un atto terapeutico e non come l’anticamera della morte. Oggi si guarisce e si torna indietro anche da lì”.

Gli effetti del Covid su questi pazienti

“Oltre a quella polmonare, spicca la compromissione cardiaca, con un quadro di miocardite nel 20% dei casi, la renale nel 30, e anche la midollare” afferma il direttore.

Le opinioni del direttore

In conclusione, dai dati dello studio condotto dallo Spallanzani risulta che l’età media delle vittime resta alta e che “le patologie di cui soffre chi muore per il coronavirus sono la classiche malattie legate a uno stile di vita poco corretto”. A tal proposito, Vaia invita a riflettere “sul fatto che è sbagliato tenere i giovani, ma anche gli anziani, in casa, lontani dallo sport e dal tempo libero“.

Palestre e piscine

Il direttore ha espresso la sua opinione sulla chiusura di palestre e piscine: “Rivolgo il mio invito al ministro dello Sport, perché riconsideri queste posizioni e ripensi le aperture nell’ottica del massimo rigore e dell’estrema sicurezza. Con protocolli rigidi e maggiori controlli. Un discorso che si potrebbe estendere ai luoghi della cultura”.

E aggiunge: “Il Comitato tecnico scientifico potrebbe riprendere in mano la questione. E lo Stato potrebbe verificare l’applicazione delle regole. Per questa mancanza non può pagare il cittadino”.

Scuola

Secondo il direttore, sostenitore della riapertura delle scuole, per gli studenti è molto meglio andare a scuola, in quanto: “quando la sera escono, non c’è nessuno che vigili sull’applicazione delle regole. Così dopo le 22 prendono le birre e le vanno a bere senza mascherine e senza distanziamento. Almeno a scuola erano controllati”.

Vaia si dice fermamente favorevole alla riapertura totale; secondo lui “se si può andare in certi luoghi della socialità solo in certi orari e in certi giorni, il rischio reale è che si comprimano le presenze e si creino assembramenti. Così anziché migliorare la situazione, la si peggiora”, e aggiunge che “tutto va spalmato nel maggior arco spazio-temporale possibile”.