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Zone di rischio: cosa succede alle Regioni il 6 dicembre?

Speranza

Il nuovo report dell'Iss potrebbe cambiare le carte in tavola. Nuovi cambiamenti per alcune Regioni italiane.

Domenica 6 dicembre le Regioni potrebbero subire nuovi cambiamenti. Marche, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Umbria potrebbero tornare gialle. La Toscana sta puntando all’arancioni, ma il presidente Eugenio Giani vorrebbe renderla ancora più libera. Lombardia e Piemonte rimarranno zona arancione.

Zone di rischio e Regioni

Il Corriere della Sera ha fatto il punto sulle zone di rischio rosse, arancioni e gialle, in attesa del report dell’Istituto Superiore di Sanità. Venerdì 4 dicembre il ministero della Salute emanerà nuove ordinanze che faranno sicuramente cambiare colore alle regioni. A ridosso del ponte dell’8 dicembre, si potrebbe andare incontro al momento della riapertura di ristoranti e al ripristino della libertà di movimento, almeno fino al 21 dicembre, quando entreranno in vigore le nuove restrizioni del Dpcm di Natale. Insieme alle altre Regioni, anche la Campania sta sperando in una riduzione delle restrizioni, visto il calo della curva di incremento dei positivi e la riduzione dei posti letto occupati. Non sembra, però, abbia molte speranze. Marche e Basilicata, invece vanno verso la zona gialla. Le Marche stanno prendendo spunto dall’Alto Adige, con un progetto di screening di massa rivolto alla popolazione. C’è stato un forte calo dei ricoveri per Covid, con Rt più basso. In Puglia continuano ad esserci focolai che fanno pensare a Michele Emiliano di emanare nuove ordinanze restrittive in alcune zone. Se la regione dovesse tornare gialla il 6 dicembre, in alcuni punti ci saranno piccole zone rosse. Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha chiesto il cambio di colore, nella speranza di tornare addirittura in zona gialla.

La Lombardia e il Piemonte hanno lo stesso problema della Toscana. Sperano anche loro di diventare zona gialla, ma dovranno aspettare ancora un po’ e rimanere arancioni, visto che devono passare 14 giorni. La loro speranza è che il Dpcm del 3 dicembre possa cambiare anche questa regola. Attilio Fontana ha contestato il fatto che per stabilire lo scenario della pandemia vengano usati dati vecchi, che rendono difficile far capire che i risultati raggiunti sono buoni. La Valle D’Aosta è in lite con il Governo. Il Consiglio regionale ha approvato una legge che rivendica l’autonomia della regione rispetto ai poteri statali nella gestione dell’emergenza. C’è stato uno scambio di lettere molto infuocato. Il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ha invitato il presidente della Regione Erik Lavevaz a revocare l’ordinanza di apertura del commercio al dettaglio nella zona rossa. La risposta è stata negativa.