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Covid, Perrella: "Scuole aperte, inevitabile aumento contagi"

Scuola

Il medico infettivologo dell'ospedale Cardarelli ha spiegato che con l'apertura delle scuole l'aumento dei contagi diventa inevitabile.

Alessandro Perrella, medico infettivologo del Cardarelli, specialista in aerobiologia e componente della squadra di tecnici dell’Unità di crisi regionale, ha spiegato che l’apertura della scuola è un elemento di forte impatto sull’epidemia, che potrebbe aumentare notevolmente i contagi.

Perrella sulle scuole

Il medico del Cardarelli ha spiegato che dal punto di vista scientifico l’impatto dell’apertura delle scuole sulla diffusione del contagio è ancora oggetto di studio, ma ci sono tra orientamenti di pensiero diversi a riguardo. “I primi dicono che l’attività scolastica non impatta e gli studi sono condotti soprattutto in Oriente e in Asia. I secondi, di scuola europea e americana dicono, che ha un notevole impatto” ha spiegato Perrella, sottolineando che in Campania aderiamo di più alle seconde ipotesi. La linea seguita dalla Campania “non considera la scuola come elemento a se stante foriero di focolai e di picchi epidemici ma ne considera l’impatto all’interno di altre variabili e di altri elementi di circolazione virale che si sommano e moltiplicano in maniera più complessa” ha spiegato il medico. “Coinvolge una popolazione giovane che resta per molte ore insieme condividendo anche il momento del pasto coinvolgendo i trasporti, luoghi e circostanze sociali in cui i sistemi di sicurezza sono fatalmente destinati a fallire alimentando assembramenti e focolai. I contagi restano asintomatici per molti giorni fino ad emergere nei nuclei familiari. In questi casi il contact tracing avviene troppo tardi” ha spiegato Perrella, parlando della scuola.

Noi in Campania abbiamo sempre agito sulla base di scenari predittivi attraverso algoritmi matematici e l’uso di intelligenza artificiale. Lo scenario che avevamo tracciato verso la prima metà di ottobre ci diceva che entro il mese di novembre avremmo avuto un incremento piuttosto significativo dei contagi. Così abbiamo ipotizzato tutte le misure possibili per minimizzare l’incremento. Dall’uso delle mascherine, alla chiusura dei ristoranti, al coprifuoco. La chiusura della scuola era uno degli elementi. Ovviamente questo serviva per mitigare l’epidemia non azzerarla” ha aggiunto il medico, che ha spiegato che avrebbero preferito rimandare l’apertura. “La Campania oggi ha il più basso livello di contagio in Italia e una discreta riserva di posti letto con cui affrontare i mesi più difficili della stagione invernale. Ciò non vuol dire che non ci possa essere una nuova ondata. Tutti si muovono liberamente e riapriamo la scuola. Il caso tipico è quello di Mario, scolaro che al supermercato tocca un prodotto o una maniglia nel palazzo contaminata. Il bambino torna a casa si tocca occhi, naso o bocca e si infetta. Resta asintomatico. Va a scuola e trasmette a Franco, il suo amico il virus. Anche Franco è asintomatico. Nell’arco di una settimana questi due scolari trasmettono il virus a 100 persone in classe e fuori. Ognuno porta a casa l’infezione che ci mette diversi giorni per manifestarsi negli adulti suscettibili. Quando accade si accendono le spie e le Asl devono ripercorrere a ritroso un percorso molto ampio in cui è impossibile circoscrivere i focolai che si sono generati. Nell’arco di un mese questi focolai si diffondono sui luoghi di lavoro arrivando ai nonni, agli anziani, ai fragili. La cura epidemica torna a crescere e si ripete quello che abbiamo già visto” ha spiegato il medico, che ha sottolineato che con questa apertura ci sarà sicuramente un incremento dei contagi.