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Covid, forte aumento di casi in Lombardia, Emilia, Molise e Campania

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Dopo il Molise anche Lombardia, Emilia, e Campania a forte rischio zona rossa. Le parole di Giovanni Sebastiani del Cnr.

Giovanni Sebastiani, primo ricercatore dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio nazionale per le ricerche (Iac-Cnr), in un’intervista al Mattino, ha spiegato che le curve stanno crescendo in diverse Regioni e la situazione diventa sempre più preoccupante. In particolare Lombardia, Campania e Emilia Romagna sono vicinissime all’entrare in zona rossa. Stiamo parlando di un totale di 20 milioni di italiani a rischio chiusura.

Aumento casi Covid in tre regioni

Certe curve non mi piacciono per niente” ha spiegato Giovanni Sebastiani del Cnr, che ha aggiunto che la situazione è preoccupante in diverse Regioni italiane. I rischi più grandi sono in quattro Regioni, ovvero Lombardia, Emilia Romagna, Molise e Campania. “Gli incrementi della curva delle terapie intensive raddoppiano in media ogni 4,6 giorni con la Lombardia, 5,3 giorni con l’Emilia Romagna, 6,3 giorni con il Molise e 6,8 giorni con la Campania” ha precisato l’esperto. In Campania l’aumento di persone in terapia intensiva tra circa una settimana potrebbe essere il doppio rispetto a quello registrato negli ultimi 7 giorni. Sebastiani ha riscontrato delle diverse velocità. In Lombardia i positivi sono raddoppiati in 8 giorni a Bergamo mentre a Milano in 4 giorni. “La variante inglese si sta diffondendo a macchia di leopardo” ha dichiarato. “Purtroppo non c’è piena trasparenza e apertura sui dati e neppure omogeneità nella diffusione dei valori” ha aggiunto, sottolineando che per questi motivi è difficile essere più precisi nelle valutazioni.

Sebastiani ha dichiarato che “è stato un grave errore riaprire le scuole a settembre. E del resto chi ha riaperto prima, dopo le feste di Natale, come il Trentino, ha visto un più alto incremento percentuale dei posti in terapia intensiva“. L’esperto, in un intervento a Radio anch’io, ha aggiunto che “ci sono numerosi studi relativi a decine e decine di Paesi che dimostrano che il passaggio dalla didattica a distanza a quella in presenza fa crescere l’indice Rt del 25%, mentre il passaggio inverso lo fa abbassare nella stessa misura. Il problema non è la scuola in sé, che è sicura, quanto il complesso delle attività connesse, come i trasporti e la stessa socialità“. L’esperto del Cnr ha spiegato che in questo momento ci sono a disposizione due armi: la prima è la vaccinazione che riduce la mortalità e protegge le categorie più fragili, riducendo la circolazione del virus, e l’altra sono le restrizioni, che stanno funzionando.