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Brescia, Poliambulanza: "Terapie intensive piene, pazienti più giovani"

Poliambulanza Brescia terapie intensive

Natalini (Fondazione Poliambulanza) racconta la situazione a Brescia: le terapie intensive sono sature e l'età media dei ricoveri si è abbassata.

Il professor Giuseppe Natalini, direttore del Dipartimento di anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore della Fondazione Poliambulanza, ha fatto il punto sulla situazione epidemiologica in provincia di Brescia e lanciato l’allarme sulla pressione a cui sono sottoposte le terapie intensive.

Poliambulanza di Brescia sulle terapie intensive

Pur riconoscendo come rispetto all’anno precedente, quando nessuno si sarebbe mai aspettato una pandemia, siamo più rodati e consapevoli, l’esperto ha dovuto ammettere che “i numeri sono simili a quelli del 2020, quando nel giro di due-tre settimane si è arrivati alla catastrofe“. Intervistato da Fanpage.it ha spiegato che nelle ultime due settimane è cresciuto in maniera rilevante il numero dei ricoveri in terapia intensiva: “Non escludo di essere di fronte a una catastrofe come quella dello scorso anno“. Essendo le rianimazioni quasi sature, l’ospedale si è visto costretto a trasferire molti malati già intubati nelle terapie intensive di province vicine.

Natalini ha anche spiegato come l’età media dei soggetti ricoverati si sia abbassata. L’età media degli ultimi giorni è scesa a 57 anni e ci sono punte particolarmente basse tra cui un paziente con meno di 20 anni e alcuni 40enni. Quanto invece alla mortalità, qualche piccolo progresso è stato fatto perché il parametro è inferiore a quello che si registrava l’anno scorso. Ma resta comunque molto elevato e in terapia intensiva sfiora il 40%.

La situazione è veramente preoccupante e in questa situazione anche gli eccessi di precauzione possono essere giustificabili, utili o inutili che siano in questa fase“, ha affermato con riferimento alle nuove restrizioni in arrivo. Intanto il suo ospedale si prepara al picco dei ricoveri che dovrebbe arrivare intorno al 20-21 marzo. La sua previsione personale è che entro questo mese si vedrà la massima gravità della pandemia.