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I custodi del lievito madre: l'ultima speranza per Melegatti

melegatti

Nonostante il fallimento dell’azienda alcuni dipendenti non si rassegnano alla chiusura. Scopri cosa fanno per salvare il lievito madre.

Nonostante la chiusura, a quanto pare definitiva, dell’azienda Melegatti alcuni dipendenti non vogliono perdere la speranza. Per questo motivo ogni mattina si recano ancora nello stabilimento veronese per curare il lievito madre. Questo procedimento risulta fondamentale per poter produrre, in un ipotetico futuro, il famigerato pandoro.

Fallimento Melegatti

La notizia del fallimento dell’azienda Melegatti ha destato tristezza un po’ in tutti gli italiani. Tuttavia uno degli addetti alla produzione continua a recarsi nello storico stabilimento dolciario di San Giovanni Lupatoto (Verona) per continuare a far girare il lievito madre, quasi a voler significare che la ditta, fondata nel 1894 da Domenico Melegatti, inventore del pandoro, non è morta. Alcuni membri del personale vi hanno lavorato per oltre trent’anni, subentrando ai genitori per continuare a deliziare i palati dei consumatori non solo a Natale ma anche a Pasqua con deliziose colombe e producendo inoltre torte e croissant.

Lievito madre

Il racconto dei dipendenti

Sono circolate negli ultimi giorni le testimonianze di alcune persone che hanno lavorato nell’azienda Melegatti. Queste hanno dato la misura del valore anche sentimentale che riveste per loro quest’azienda. Questo perché ha rappresentato nello stesso tempo per oltre un secolo una delle eccellenze industriali italiane. Una donna racconta di essere entrata nella ditta nel 1987. Prima di lei vi aveva lavorato sua madre, dal 1955 al ’92, perciò è praticamente cresciuta con la Melegatti, dice amareggiata. Una coppia, invece, sottolinea la commovente solidarietà dimostrata loro dalla gente, simbolo di quanto i prodotti dello stabilimento siano (non vogliamo dire “fossero”) apprezzati in tutta Italia. I dipendenti fissi dell’azienda sono sessantacinque, a cui si aggiungono quasi trecento stagionali, anche loro comunque inseriti in organico.

Melegatti

I lavoratori della Melegatti non sono soltanto rattristati per la fine dell’azienda che dava loro lavoro, ma anche arrabbiati. Qualcuno sostiene che la situazione che ha portato al fallimento dell’azienda si protraesse da tempo all’insaputa dei dipendenti. Questo poiché è impossibile “far sparire 50 milioni in otto mesi”, come pare sia avvenuto. Altri puntano il dito, pur senza nominarla, contro Emanuela Perazzoli, presidente e recentemente nominata amministratrice delegata di Melegatti. Sperano che lo stesso Tribunale di Verona che ha dichiarato il fallimento della ditta, intervenga nei confronti dei responsabili.

“Fregato dall’ultima fornitura” e dispiaciuto per quanto è successo, Gianfranco Bozzola, titolare di un’azienda di bilance che riforniva la Melegatti da ben sessant’anni. I gestori avevano sempre sborsato il denaro dovuto: negli ultimi tempi magari un po’ faticando, ma erano riusciti a sborsarlo. L’ultima volta no.

Melegatti

Guerra in famiglia

Emanuela Perazzoli, seconda moglie e vedova dello storico presidente dell’azienda Salvatore Ronca, è entrata in un giro di polemiche con la figlia di quest’ultimo, Silvia. La donna sembra accusare proprio quest’ultima (ma non solo) del fallimento dell’azienda, parlando di “persone indegne, assetate di soldi e potere”. In questo modo, afferma la donna, il genitore è morto una seconda volta.

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