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Ddl Concorrenza, Cdm approva la legge: esclusi ambulanti e concessioni balneari, confermata delega taxi

ddl concorrenza

Il Cdm ha approvato il ddl Concorrenza, introducendo importanti novità ed escludendo dalla legge alcune questioni inizialmente previste.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il ddl Concorrenza, introducendo alcune importanti novità ed eliminando alcune questioni legate, ad esempio, alle concessioni balneari, agli ambulanti o alla norma sui notai. È stata revocata, inoltre, qualsiasi forma di accelerazione per quanto riguarda le autorizzazioni per la realizzazione di nuovi inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti mentre è stata confermata la delega sui taxi.

Ddl Concorrenza, Cdm approva la legge: esclusi ambulanti, concessioni balneari e norma sui notai

Nella giornata di mercoledì 3 novembre, la Cabina di regia riunita a Palazzo Chigi ha esaminato la bozza del ddl Concorrenza, votata in Consiglio dei Ministri nel pomeriggio di giovedì 4.

Dopo oltre due ore di riunione e dopo aver trascorso mesi all’insegna di molteplici trattative, il Cdm ha approvato il provvedimento apportando alcune novità. In questo contesto, infatti, sono stati eliminati dal testo della bozza gli elementi più complessi come le concessioni balneari, gli ambulanti e la norma sui notai.

In particolare, per quanto riguarda la norma sui notai inclusa nella prima bozza del ddl Concorrenza, questa prevedeva l’abolizione della limitazione alla provincia di appartenenza consentendo ai notai di poter esercitare la propria professione in tutta Italia, andando oltre il distretto di appartenenza e la Regione di assegnazione. In questo modo, i notai avrebbero potuto sfruttare una maggiore mobilità. La norma, tuttavia, è stata eliminata dal testo della legge in quanto, già in Cabina di regia, si è temuto che consentire ai notai una maggiore mobilità avrebbe portato la categoria a rendere sature zone più redditizie a discapito di quelle più modeste alle quali erano stati assegnati.

Ddl Concorrenza, Cdm approva la legge: Rc auto, rimborso diretto e delega taxi

Per quanto riguarda il ddl Concorrenza, i partiti hanno raggiunto un accordo sull’Rc auto e sull’estensione del rimborso diretto. Nello specifico, il rimborso diretto implica che, qualora si resti coinvolti in un incidente stradale, si abbia la possibilità di ottenere un risarcimento dalla propria compagnia assicurativa che, successivamente, potrà rivalersi sulla compagnia del responsabile dell’incidente o del soggetto che ha contribuito a provocare il sinistro. Il rimborso diretto verrà esteso obbligatoriamente anche alle compagnie straniere che possiedono una sede legale in uno Stato dell’Unione Europea.

Con il ddl Concorrenza, poi, è stata confermata anche la delega sui taxi con la quale il Governo si impegna a promuovere “la concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, per stimolare standard qualitativi più elevati”. Inoltre, il testo prevede anche una semplificazione della normativa “sui vincoli territoriali, le tariffe e i sistemi di turnazione, anche in conformità alla giurisprudenza della Corte costituzionale”.

La nota congiunta dei sindacati dei taxi

In relazione alla delega sui taxi, sono prontamente intervenuti i sindacati del settore che hanno definito “inaccettabile” la volontà di inserire “il comparto del trasporto pubblico non di linea nel Ddl Concorrenza”.

Pertanto, i sindacati Ugi taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Usb taxi, Or.S.A. taxi, Ati Taxi, Fast Confsal e Associazione Tutela Legale Taxi hanno diramato una nota congiunta nella quale è possibile leggere quanto segue: “La normativa che disciplina il settore è già stata revisionata e adeguata ai tempi del 2019 e ha abbondantemente superato il vaglio di legittimità della Corte costituzionale, allora presieduta dal Ministro Marta Cartabia. A oggi occorre solamente concludere l’iter di riforma con l’approvazione dei previsti decreti attuativi e di un Dpcm per la disciplina delle app, già nella disponibilità legislative della Presidenza del consiglio”.

Ddl Concorrenza, Cdm approva la legge: settore idroelettrico e fibra ottica

Nel ddl Concorrenza, è stata inclusa anche la questione dell’idroelettrico: il Governo, infatti, si propone di adottare criteri uniformi validi in contesto nazionale per procedere all’assegnazione delle concessioni.

I partiti, ancora, hanno trovato un accordo anche per quanto riguarda la fibra ottica e nulle nuove norme che permetteranno a più società, anche concorrenti, di procedere all’istallazione della fibra ottica. Questa possibilità verrà affiancata dall’obbligo di coordinare i lavori di scavo.

Nel testo della legge votato dal Cdm, quindi, è possibile leggere quanto segue: “Ogni gestore di infrastrutture fisiche e ogni operatore di rete che esegue direttamente o indirettamente opere di genio civile deve coordinarsi con altri operatori di rete che hanno dichiarato pubblicamente piani di realizzazione nella stessa area allo scopo di installare elementi di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità. Il coordinamento riguarda il processo di richiesta dei permessi, la non duplicazione inefficiente di opere del genio civile, la condivisione dei costi di realizzazione”.

Infine, il ddl Concorrenza si propone anche di contrastare in modo concreto l’attivazione “inconsapevole, fraudolenta e irregolare” attuata dalle compagnie telefoniche.

Ddl Concorrenza, Cdm approva la legge: stop ai nuovi inceneritori

Infine, dal ddl Concorrenza, sono stati esclusi tutti i riferimenti all’accelerazione della concessione di autorizzazioni volte a stimolare la costruzione di nuovi inceneritori adibiti allo smaltimento dei rifiuti.

Sulla base di quanto riferito ad alcune fonti governative, la norma inserita nell’articolo 12 della bozza del provvedimento è stata scartata durante il Consiglio dei Ministri che ha portato all’approvazione del ddl Concorrenza.

Ddl Concorrenza, Cdm approva la legge: l’intervento del premier Mario Draghi

Poco prima della votazione del ddl Concorrenza in Cdm, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha dichiarato: “I governi hanno preso due strade sul fronte della concorrenza. Alcuni hanno provato a passare delle misure molto ambiziose senza però cercare il consenso politico. Il risultato è stato che in larga parte questi provvedimenti non sono stati attuati, anche per l’opposizione di tanti gruppi d’interesse. Altri governi hanno ignorato la questione. Questo governo intraprende una terza strada, che crediamo più efficace. Avviamo una operazione di trasparenza, mappiamo tutte le concessioni in essere, come quelle relative alle spiagge, alle acque minerali e termali, alle frequenze – e ha aggiunto –. Il provvedimento di oggi contiene poi molte misure utili, in un ampio raggio di settori. Adempiamo a tutti gli obblighi che avevamo assunto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La tutela della concorrenza non si ferma comunque a questo disegno di legge. È un obiettivo trasversale a tutta la politica economica del Governo. Ne sono esempi la legge sulle lauree abilitanti, prevista dal precedente esecutivo, e la recente apertura delle tratte a medio e lunga percorrenza per i bus. Si tratta di un provvedimento analogo a quanto ci apprestiamo a fare con il catasto. I cittadini potranno così verificare quanto ciascun concessionario paghi per esercitare la sua attività. Ci aspettiamo che questo esercizio metta in evidenza la frammentazione delle competenze tra amministrazioni centrali e territoriali e la scarsa redditività per il governo della maggior parte delle concessioni”.

Il premier, inoltre, ha sottolineato: “Oggi presentiamo il disegno di legge annuale sulla concorrenza. Nel recente passato, i governi italiani hanno preso due strade sul fronte della concorrenza. Alcuni hanno provato a passare delle misure molto ambiziose senza però cercare il consenso politico. Il risultato è stato che in larga parte questi provvedimenti non sono stati attuati, anche per l’opposizione di tanti gruppi d’interesse. Altri governi hanno invece ignorato la questione. La legge che ci apprestiamo a varare dovrebbe avere natura annuale. Eppure, dal 2009 a oggi, è stata approvata una sola volta, nel 2017, a due anni dalla presentazione”.