> > Il decreto Lavoro diventa legge: ecco le novità

Il decreto Lavoro diventa legge: ecco le novità

Deputati

La Camera converte in legge il decreto Lavoro varato dal governo Meloni lo scorso primo maggio: ecco le novità introdotte durante il percorso parlamentare

Lex sit. La Camera converte in legge il decreto Lavoro, varato dal governo Meloni lo scorso primo maggio: con 154 voti a favore, 82 contrari e 12 astenuti – il gruppo Azione-Italia Viva aveva annunciato che non avrebbe votato –, ecco le novità introdotte durante il percorso parlamentare.

Smart working e Bonus Estate

La possibilità di ricorrere al lavoro agile è stata prorogata di tre mesi per i dipendenti pubblici con patologie gravi, resta invece fino al 31 dicembre per i lavoratori del privato fragili o genitori con figli under 14 (sospeso in questo ultimo caso per i lavoratori della pubblica amministrazione).

Dall’1 giugno al 21 settembre 2023, viene riconosciuto un Bonus Estate pari al 15% delle retribuzioni lorde per il lavoro notturno e gli straordinari ai lavoratori del settore del turismo, con validità di trattamento integrativo speciale che non concorre alla formazione del reddito.

Fringe benefit per i genitori e rinnovo dei contratti

La soglia dei fringe benefit nel 2023 sale da 258 a tremila euro, ma solo per i dipendenti con figli a carico e comprenderà le utenze domestiche. I compensi saranno esenti sia dalle tasse sia dai contributi.

Introdotte poi misure che rendono più flessibili i contratti a termine: entro i primi dodici mesi potranno essere prorogati e rinnovati senza le cosiddette causali (introdotte dal governo Conte nel decreto Dignità), necessarie invece per i rinnovi successivi. Ai fini del computo del termine di dodici mesi, si tiene conto dei soli contratti stipulati dallo scorso 5 maggio, data di entrata in vigore del decreto Lavoro. Rimosso il limite del 20% per il personale in apprendistato rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato.

L’Assegno di inclusione

Dall’1 maggio 2024 il reddito di cittadinanza andrà in pensione e al suo posto entrerà in funzione l’Assegno di inclusione. Rivolto alle famiglie con Isee inferiore a 9.360 euro e un reddito familiare annuale che non supera i seimila euro (7.560 per le famiglie composte da persone di età uguale o maggiore ai sessantasette anni o con disabilità), potranno beneficiarne i nuclei familiari che rispetteranno tutti i requisiti, a patto che gli occupabili del nucleo familiare – ovvero coloro di età compresa tra diciotto e i cinquantanove anni – intraprendano un percorso di avviamento con il centro per l’impiego.