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Di Maio, riforma e taglio ai vitalizi: di cosa si tratta

Luigi Di Maio

Luigi Di Maio: il taglio ai vitalizi è arrivato, prossima mossa sarà attuare la riforma pensionistica. Ecco di cosa si tratta

Giovedì 11 luglio 2018 il vice premier Luigi Di Maio ha partecipato come ospite al programma Rai “Uno Mattina”. In questa occasione il ministro del Lavoro è stato intervistato e ha affermato di essere riuscito a tagliare i vitalizi. La prossima mossa del governo sarà quella di abbassare le pensioni d’oro.

La riforma pensioni

In cosa consiste precisamente la riforma pensioni alla quale Di Maio sta lavorando da tempo? Si tratta dell’abolizione immediata dei vitalizi alla Camera e di un taglio netto alle pensioni d’oro. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico aveva annunciato che i tagli ai vitalizi degli ex parlamentari sarebbero arrivati velocemente nella speranza che “il Senato si muova il prima possibile”. E sembra proprio che il momento tanto atteso sia arrivato giovedì 11 luglio 2018. Per quanto riguarda il taglio alle pensioni, questo sarà il prossimo obiettivo per cui il governo sta già lavorando. Vediamo nel dettaglio.

Le parole di Di Maio

Sul tema dell’avvenuto taglio ai vitalizi queste sono state le parole precise del ministro del Lavoro: “Oggi è una giornata storica, almeno per il simbolo che rappresenta questa decisione che dopo oltre 30 anni sancisce un principio chiaro, se hai versato i contributi allora il vitalizio ti spetta, se non hai versato no”.

Il politico crede che quella del taglio ai vitalizi sia una questione di principio ma spiega che c’è ancora molto da lavorare per continuare la lotta ai privilegi, questione che sembra stare molto a cuore al capo dei pentastellati. Di Maio, infatti, ha anche affermato: “Mi avevano sempre detto che non si poteva fare. Siamo arrivati noi e in meno di 100 giorni li abbiamo tagliati”. Ciò lo rende molto soddisfatto del lavoro svolto e dell’impegno mostrato dal governo.

I tagli alle pensioni

Lunedi 11 luglio 2018 Di Maio a “Uno Mattina” ha affermato che secondo la riforma pensionistica verranno tagliate tutte le pensioni d’oro superiori ai 4.000 euro per coloro che non hanno versato un numero sufficiente di contributi. In precedenza si era parlato di tagli solo per una soglia di 5.000 euro. Sembra dunque che il limite massimo sia stato ulteriormente abbassato. La proposta base avrebbe infatti portato a poco più di 115 milioni di incassi. Così facendo si passerebbe invece da circa 30mila a oltre 100mila pensioni nel mirino riformistico e forse si riuscirebbe a raggiungere il miliardo di guadagno per lo Stato. Il ministro sta lavorando per diminuire le pensioni d’oro con lo scopo di alzare quelle minime della maggioranza dei cittadini affinché siano più dignitose. Il provvedimento è già pronto e sarà il passo successivo dopo il taglio ai vitalizi. Per il M5S si tratta di una questione molto urgente.

I tentativi precedenti

A fine 2017 il deputato del PD Matteo Richetti aveva tentato di far approvare la sua proposta riformistica. Anche in questo caso la riforma pensionistica prevedeva il taglio ai vitalizi degli ex parlamentari e alle pensioni d’oro. La proposta Richetti avrebbe dovuto imporre a parlamentari e consiglieri regionali lo stesso trattamento pensionistico che l’Italia prevede per i lavoratori dipendenti. Il problema di tale disegno di legge era però quello dell’incostituzionalità. Infatti i cambiamenti sarebbero stati applicati anche agli ex deputati che però avevano già acquistato i diritti sui vitalizi. Il provvedimento avrebbe dovuto essere votato dalla maggioranza di M5S e PD ma così non fu.

Nel 2012 grazie alla riforma Dini il governo italiano era riuscito ad ottenere una diminuzione dei vitalizi di deputati e senatori. Tuttavia le regole applicate al sistema contributivo dei politici erano rimaste diverse rispetto a quelle dei comuni cittadini. I parlamentari avevano continuato quindi ad avere dei vantaggi.