> > Ecco perchè la crescita economica dell'Italia è tra le più basse d'Europa

Ecco perchè la crescita economica dell'Italia è tra le più basse d'Europa

cosa aspettarsi dal 2020 economia

Secondo i  dati ISTAT, il PIL nel secondo semestre 2023 cala dello 0,4% sul trimestre precedente e sale dello 0,4% su base annua. Questo dato è persino peggiore rispetto alla stima diffusa in via preliminare lo scorso mese di luglio , che era già negativa al -0,3%.

Secondo i dati ISTAT, il PIL nel secondo semestre 2023 cala dello 0,4% sul trimestre precedente e sale dello 0,4% su base annua. Questo dato è persino peggiore rispetto alla stima diffusa in via preliminare lo scorso mese di luglio , che era già negativa al -0,3%.

Misurata su base trimestrale, la nostra crescita economica è tra le più basse in Europa. Peggio di noi solo Polonia, Svezia e Austria. Gli Stati Uniti crescono dello 0,6%, la Francia dello 0,5%, stabile la Germania. L’economia italiana rallenta più del previsto, penalizzata dall’andamento della domanda interna, mentre quella estera non ha fornito nessun apporto. Sul versante interno, l’apporto dei consumi privati è stato anch’esso risibile. Il dato più allarmante è infatti la variazione nulla della spesa delle famiglie residenti, un segnale evidente della difficoltà di molte famiglie di arrivare a fine mese e un segnale premonitore del rischio di finire in una fase di leggera stagflazione.

Negativo il contributo da parte degli investimenti fissi lordi e della spesa delle amministrazioni pubbliche. Calano le ore lavorate e le posizioni lavorative. Mentre salgono di quasi l’1% i redditi pro-capite, unica nota positiva. La flessione delle ore lavorate è la conseguenza di un calo del 3% dell’agricoltura, pesca, dell’1,% dell’industria e del 2% circa delle costruzioni, mentre i servizi sono risultati stabili.

Mentre le unità di lavoro sono calate dello 0,3% come conseguenza di cali in agricoltura e pesca, industria in e costruzioni, pari rispettivamente a 3% circa 0,7% e 1,5%. Crescono di poco invece i servizi. I dati preoccupano e non poco anche i vertici di Confcommercio che lamentano il crollo della nascita di nuove imprese (nel primo semestre dell’anno ad ogni nuova apertura corrispondono due chiusure di attività), la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e un inflazione che non accenna a calare, nonostante i massicci interventi delle banche centrali.

La strada da seguire, per dare uno stimolo rilevante alla domanda interna, sempre secondo Confcommercio, sarebbe la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime nonchè lo snellimento delle procedure di spesa dei fondi del PNRR. Infine, gli eventi estremi di questa estate hanno incrementato il totale delle perdite subite dal settore agricolo nel 2023. I danni economici riferibili sia alle coltivazioni che alle infrastrutture superano la cifra di 6 mld di euro.