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Salvataggio Alitalia, Easyjet si ritira: fallisce il "piano Di Maio"

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La compagnia aerea low cost si ritira dall'operazione: previsto un nuovo tavolo di confronto al Mise, Delta e Fsi continuano la trattativa Alitalia.

Una nuova, nuovissima, Alitalia. Dopo il fallimento nel maggio 2017 sarà con elevata probabilità l’americana Delta Airlines a occuparsi della ricapitalizzazione della compagnia aerea: nell’ipotesi più plausibile si tratterà di una partecipazione che oscilla tra il 20%-30% di capitale con un prestito da 900 milioni di euro. EasyJet ha ufficialmente abbandonato la gara. Fallisce così il “piano Di Maio”: il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico desiderava la nazionalizzazione di Alitalia insieme alla partecipazione di un partner privato, un dossier molto, troppo delicato. “Facendo seguito delle conversazioni con Ferrovie dello Stato Italiane e Delta Airlines per la creazione di un consorzio che valutasse le opzioni per le future operazioni di Alitalia, EasyJet ha deciso di ritirarsi dal processo” ha comunicato in una nota la compagnia britannica. Un abbandono quello dell’azienda di Luton giustificato probabilmente dalla valutazione non strategica dell’operazione: asset e trade non hanno convinto l’impresa dell’imprenditore Stelios Haji-Ioannou che con ogni probabilità puntava all’hub su Milano per le soluzioni point to point.

Il punto sulla trattativa Alitalia

Nel comunicato Easyjet sottolinea la “conferma del suo impegno per l’Italia quale mercato chiave della compagnia, dove attualmente trasporta 18,5 milioni di passeggeri ogni anno, impiegando 1400 piloti e assistenti di volo con contratti di lavoro italiani. Continueremo a investire nelle tre basi di Milano, Napoli e Venezia come abbiamo fatto negli ultimi anni, aggiungendo rotte e capacità”. L’operazione tra Delta e Fs continua: il summit ad Atlanta tra l’ad italiano, Gianfranco Battisti, e il ceo statunitense, Ed Bastian, è stato proficuo. Non è nota ancora l’entità della portata finanziaria che sarà destinata ad Alitalia: il colosso targato Usa assicura una quota del 10%, Ferrovie dello Stato invece avrà il 30%. La negoziazione richiederà anche l’intervento dello Stato in un tavolo di confronto con il Mise: i tempi sono ristretti, l’esito è ancora incerto e Alitalia non ha ancora un piano industriale per la stagione estiva, la più redditizia dell’anno.