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Elezioni Grecia: giura Mitsotakis tra incognita Unione europea, forte astensione e neonazisti in Parlamento

Il premier Mitsotakis

Elezioni Grecia: Mitsotakis annuncerà i nuovi ministri in serata. La maggioranza è solida, ma l'incognita europee è all'orizzonte.

Kyriakos Mitsotakis ha prestato giuramento come primo ministro per il suo secondo mandato. Nel pomeriggio il nuovo governo”. Titola così “Ta Nea”, il quotidiano più diffuso in Grecia, che anticipa alcuni nomi di ministri del neoesecutivo eletto.

Dopo aver giurato, entro stasera 26 giugno saranno svelati i nomi a capo dei dicasteri. “Il premier ha già pianificato la composizione del nuovo Consiglio dei ministri. Gli annunci saranno fatti da Pavlos Marinakis, che assume le funzioni di rappresentante del governo”, si apprende dalla stampa. Il conservatore Mitsotakis agisce ora indisturbato, forte della maggioranza assoluta ottenuta dal centrodestra greco alle ultime elezioni del 21 maggio 2023. Ma la strada verso Bruxelles 2024 non sarà facile.

Elezioni Grecia, il conservatore Mitsotakis ha ottenuto la maggioranza assoluta: è premier

Non era scontata la maggioranza assoluta. Dopo il responso delle urne in primavera, il segretario del partito conservatore Nea Dimokratia e premier (ha giurato questa mattina) si è imposto ottenendo un ampio e sicuro controllo del parlamento di Atene. “Le grandi riforme procederanno con rapidità”, ha assicurato. Tutto questo, malgrado il forte e allarmante astensionismo (ha votato solo il 52% degli aventi diritto). La percentuale di astensione più alta mai registrata da quando è finita la dittatura dei Colonnelli nel 1974.

La fine della crisi del debito, la povertà in Grecia e l’incognita elezioni europee

Mitsotakis guiderà la fetta più grande dell’emiciclo di piazza Sintagma con 158 dei 300 seggi. Il rivale della sinistra Syriza, ex presidente Alexis Tsipras, non ha superato i 47 seggi, diviso comunque dalla sinistra più radicale, dai socialisti del Pasok e i comunisti del Kke.

Il leader conservatore si è insediato per il secondo mandato, in un momento economico e sociale per la Grecia tra luci e ombre. Luci per il rientro dalla drammatica crisi del debito dopo 13 anni di politiche “lacrime e sangue” imposte dalla Troika (all’epoca guidata da Mario Draghi in Europa). Una dieta alla spesa pubblica necessaria ma dolorosa per la popolazione.

Ricordiamo che nel 2022 la Grecia del primo mandato Mitsotakis ha dichiarato finita la crisi del debito pubblico, dilaniato dalla corruzione locale, ponendo fine al periodo di “sorveglianza rafforzata” dei conti pubblici di Atene. Da un anno lo Stato ellenico non è più un “sorvegliato speciale” dell’Unione europea. Così gli elettori lo hanno premiato.

Ma anche ombre, perché l’astensionismo record è legato alla povertà in cui riversa ancora metà della popolazione, che potrebbe diventare facile preda degli estremismi di destra e sinistra, e dei sovranismi anti-europeisti. Già in queste politiche il partito estremista di destra Spartani, del presidente Vassilis Stigas (sostenuto dai neonazisti di Alba Dorata, messi fuorilegge per associazione criminale) ha superato a sorpresa la soglia di sbarramento. A Palazzo Reale esulta anche il partito omofobo e anti-immigrati Niki, che ha superato lo scoglio dello sbarramento.

Un test decisivo potrebbero essere le elezioni europee del 2024, dove determinante sarà il voto di Paesi che hanno svoltato a destra (come l’Italia) e membri che sono pronti a farlo (Spagna e Francia). Proprio i padri fondatori dell’Unione europea.

Mitsotakis cederà alla tentazione dei sovranisti antieuropeisti? O convergerà con i popolari europei? Gli stessi interrogativi se li sta ponendo l’Italia oggi.