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Embargo gas russo, manca poco alla decisione unanime: a cosa andremo incontro?

Gasdotto

Da tempo si discute di un possibile embargo sul gas russo. Qual è la posizione dell'Italia e cosa potrebbe accadere nel nostro Paese.

Dopo aver visto le immagini di Bucha, con civili sterminati ed un città rasa al suolo, l’astio nei confronti della Russia da parte dell’Unione Europa e dell’Occidente in generale è aumentato sempre di più. Se le sanzioni e la resistenza Ucraina non sono bastate a fermare Putin, l’unica soluzione potrebbe essere quella di un embrago sul gas e sul petrolio.

Embrago sul gas russo, i Paesi che hanno già deciso

I primi Paesi a prendere questa decisione sono stati i Paesi baltici. Estonia, Lettonia e Lituania hanno già deciso di rinunciare alle importazioni energetiche russe. L’Unione Europea è divisa e per prendere la stessa decisione dei Paesi baltici sarà necessaria l’unanimità. Una decisione unanime ci mostrerebbe uniti e non darebbe possibilità alla Russia di trovare alleati economici in Occidente.

Un’Europa ancora un po’ divisa

A non essere ancora d’accordo ad un embrago sul gas sono l’Ungheria e la Slovacchia. Anche la Germania era indecisa, ma il cancelliere Scholz è tornato a parlare di ulteriori restrizioni senza menzionare però l’embargo. Menzione fatta successivamente dalla sua ministra della Difesa. La Francia senza mezzi termini ha sempre proposto nuove sanzioni contro la Russia, sebbene Macron sia il leader UE con cui Putin ha avuto più contatti negli ultimi tempi.

La posizione dell’Italia

In Italia si sta andando sempre più verso il “Si” ad un embargo nei confronti della Russia. Ad uscire allo scoperto è Enrico Letta, segretario del PD. Sul suo profilo Twitter, Letta, ha scritto in lingua inglese: “Quante #Bucha servono prima di passare a un embargo completo su petrolio e gas russi? Il tempo è finito“. Anche il ministro dell’Agricoltura Patuanelli è d’accordo con l’attuazione di un embrago alla Russia, affermando che è “una soluzione percorribile, perché entriamo in una stagione in cui viene usato meno gas e perché stiamo affrontando bene la diversificazione dei nostri approvvigionamenti“.

Conseguenze ed alternative

Qualora si dovesse decidere unanimamente per un embrago su gas e petrolio, cosa cambierebbe in Italia? La nostra Nazione, come riporta la Repubblica è all’ottavo posto nell’Ue con 5,6 Mt di greggio che arriva dalla Russia. L’aumento dei prezzi in bolletta e l’aumento del prezzo del petrolio sono la prova di quanto possa essere dannoso un embrago per le tasche degli italiani. Ma non c’è da preoccuparsi eccessivamente, in quanto, come dichiarato dal ministro Cingolani: “abbiamo 5 gasdotti di cui 3 collegati dalle rotte sud ed est e lì il nostro operatore principale ha delle grandi attività“. L’Italia sta cercando di diversificare le fonti in modo tale da non dover affrontare una crisi del gas senza precedenti. Tra i principali Paesi con cui si sta dialogando vi sono l’Algeria e la Libia, anch’essi esportatori di gas.