Nella giornata di mercoledì 16 gennaio 2019, un’esplosione nella città di Manbij (nella zona settentrionale della Siria) ha colpito le milizie della coalizione arabo-curda guidata dagli States. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, sarebbero quattro i militari americani rimasti uccisi dopo l’attentato kamikaze. L’agenzia di propaganda di Amaq ha diffuso dopo pochi minuti dall’attacco la rivendicazione da parte dello Stato Islamico. Il portavoce della coalizione capitanata dagli Usa ha confermato su Twitter la presenza dei militari tra le vittime.
Siria, attentato dell’Isis
U.S. service members were killed during an explosion while conducting a routine patrol in Syria today. We are still gathering information and will share additional details at a later time.
— OIR Spokesperson (@OIRSpox) 16 gennaio 2019
La detonazione ha avuto origine dopo il folle gesto di un attentatore suicida scagliatosi contro una pattuglia militare nelle vicinanze di un ristorante nel centro della città. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani ci sarebbero oltre 16 vittime, tra queste 14 sarebbero civili. L’attentato giunge a circa un mese dal sorprendente annuncio del Presidente Donald Trump sul ritiro delle 2mila truppe americane dalla Siria. Comunicazione, quella del Tycoon, diffusa successivamente alla sconfitta dell’Isis. Dalle prime indiscrezioni, giunte dal portavoce della coalizione statunitense, pare che i militari colpiti fossero in servizio durante un pattugliamento di routine. La Casa Bianca ha fatto sapere che Trump “è stato informato in modo completo e continuerà a monitorare l’attuale situazione in Siria”.