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Edith Blais "è viva": forse rapita con Luca Tacchetto in Burkina Faso

Luca Tacchetto

Edith Blais e Luca Tacchetto sarebbero ostaggi di una banda che li ha rapiti in Burkina Faso. Le prime notizie certe arrivano dal premier Trudeau.

Si riaccendono le speranze di poter ritrovare in vita Edith Blais e Luca Tacchetto. Dei due giovani si sono perse le tracce il 15 dicembre 2018. Il 30enne Luca Tacchetto, di Vigonza e figlio dell’ex sindaco della località padovana, era in viaggio Burkina Faso insieme a Edith Blais, 34enne canadese. La coppia era diretta verso Ougadougou, dove erano attesi a cena da amici che abitano nella capitale. Non sembra che sia stata ancora ritrovata neanche la loro l’auto, con targa italiana.

Edith Blais “è viva”

A rivelare le prime notizie certe su Edith Blais è stato primo ministro canadese, Justin Trudeau. Rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso di una conferenza stampa, il premier alla domanda se la giovane fosse viva ha annunciato: “Da quello che sappiamo, sì”. Trudeau ha poi precisato che il Canada è al lavoro con i partner internazionali per monitorare l’intera vicenda.

Sulle condizioni di salute di Luca Tacchetto non sembrano esserci altrettante certezze. Come riporta Il Corriere della Sera, però, la Procura di Roma, che dopo la sparizione del 30enne aveva aperto un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato, ora procede per il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo.

“O è stato rapito o inghiottito da un gorgo dove non si trova più niente”, dichiara anche al Mattino di Padova Nunzio Tacchetto, il papà di Luca. “La cosa più probabile – sottolinea l’uomo – è che sia stato rapito per fini politici o economici. Secondo noi non da jihadisti, da gente che fa terrorismo”.

Pare già chiesto un riscatto

Luca ed Edith quindi sarebbero entrambi ostaggi in mano a qualche banda, che avrebbe già avanzato delle richieste di riscatto per il loro rilascio. Richieste che ovviamente sono al vaglio delle autorità competenti per verificarne l’attendibilità. Le parole di Trudeau però fanno ben sperare in merito agli eventuali dettagli forniti dai sequestratori, che devono dimostrare di tenere prigionieri i due ostaggi. La Farnesina però chiede sul caso “il massimo riserbo”.