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Venezuela, Maduro agli Stati UE: "Non ci saranno nuove presidenziali"

Nicolas Maduro

Juan Guaidó viene riconosciuto presidente del Venezuela da 7 Paesi UE. Nicolas Maduro avverte intanto gli USA: "Evitiamo un nuovo Vietnam".

Nicolas Maduro è intenzionato a non cedere alle pressioni internazionali, e in particolare all’ultimatum che gli è stato imposto da diversi Stati europei tra cui Francia, Gran Bretagna e Spagna. Il presidente del Venezuela annuncia infatti che non proclamerà elezioni anticipate, chieste dopo che Juan Guaidó si è autoproclamato a capo di Stato. Mentre l’Italia deve ancora prendere una decisione netta sulla crisi venezuelana, Maduro avverte gli Stati Uniti: “Evitiamo un nuovo Vietnam in America Latina”.

Sette Paesi UE riconoscono Guaidó

“Non cederò” ha dichiarato Maduro. Sette Stati europei infatti avevano dato tempo al presidente venezuelano fino a domenica 3 gennaio 2019 per indire elezioni anticipate. E così la Francia ha dichiarato che Juan Guaidó ha “la legittimità per organizzare le elezioni presidenziali”.

Anche la Spagna annuncia di “riconoscere ufficialmente il presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana come presidente incaricato del Venezuela“. Non da meno Londra che specifica come, “assieme con i suoi alleati europei, riconosce Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela fino a quando si potranno tenere elezioni credibili“. Sulla stessa linea Svezia, Austria, Germania e Olanda.

La posizione dell’Italia

Diversa la posizione dell’Italia, con la maggioranza di governo spaccata sulla crisi venezuelana. Matteo Salvini puntualizza: “Maduro ha finito il suo mandato il 10 gennaio, Guaidó ha deciso di autoproclamarsi presidente, lo prevede la Costituzione venezuelana che dice che, finito il mandato di Maduro , dittatore rosso, entra in carica il presidente della Camera”.

“Noi vogliamo essere quelli del ‘senno del prima’, non vogliamo peggiorare le situazioni. In Venezuela c’è una situazione difficile che viene da lontano, ma non ci possiamo affidare a chi mesta nel torbido. La democrazia va aiutata ma non con forzature istituzionali che si pagano” dichiara invece intervenendo alla Camera Pino Cabras del MoVimento 5 Stelle.

Da Palazzo Chigi quindi è stata diffusa una nota per chiarire la posizione dell’esecutivo, nella quale si legge: “L’Italia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti, attraverso un percorso pacifico e democratico, nel rispetto del principio di autodeterminazione”. Nella stessa viene poi assicurato che il nostro Paese “parteciperà attivamente ai lavori del gruppo di Contatto internazionale”.

Martedì 12 febbraio alla Camera si terranno le comunicazioni del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, sulla situazione in Venezuela. Al termine dell’intervento verranno votate le risoluzioni presentate dai gruppi parlamentari tra cui quella del PD che chiede il riconoscimento formare di Juan Guaidó.

Maduro: “Colpo di Stato sostenuto da Trump”

Intanto, Nicolas Maduro parla alla Nazione e denuncia che è stata “preparata una campagna per giustificare un colpo di Stato in Venezuela, preparato, finanziato e sostenuto attivamente dall’amministrazione Trump, proprio come già noto a tutta l’opinione pubblica”.

“È stata avanzata una campagna brutale di immagini false, di immagini truccate e montate: non credete a tutto quello che affermano i media degli Stati Uniti. – afferma – Poiché non possono inventare che possediamo armi di distruzione di massa per invaderci, ora s’inventano ogni giorno qualche immagine, qualche notizia per giustificare un intervento in Venezuela, come un branco contro il nostro paese”.

Poi lancia un monito: “Evitiamo un nuovo Vietnam in America Latina. Se gli Stati Uniti intendono invaderci, troveranno un Vietnam peggiore di quanto abbiano mai immaginato”.

“Vogliono mettere le mani sul nostro petrolio come hanno fatto in Iraq e in Libia: – avverte Maduro – il petrolio appartiene a noi. Stiamo certificando la prima riserva di oro al mondo, la quarta più grande riserva di gas al mondo: siamo un paese di grandi risorse energetiche, di grandi risorse naturali. È la pura verità sul perché dell’attacco incessante sul Venezuela”.