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Cameriera vittima di violenza sessuale: denuncia in un video segreto

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Cameriera vittima di violenza sessuale: in un video racconta in lacrime di essere stata bagnata con olio bollente e legata di suoi datori di lavoro

Appare in lacrime e in grande difficoltà. Singhiozza ed è spaventata. Così Sumi Akter, cameriera vittima di violenza sessuale, ha denunciato in un video girato segretamente gli abusi subiti da parte dei suoi datori di lavoro. La notizia proviene dall’Arabia Saudita. In un appello disperato, la venticinquenne chiede di poter tornare a casa con la sua famiglia, in Bangladesh.

Cameriera vittima di violenza sessuale: la vicenda

Ha solo 25 anni ed è già finita nelle mani di atroci aguzzini. I suoi datori di lavoro, infatti, avrebbero abusato di lei, legata e bagnata con olio bollente. “Forse non vivrò più a lungo. Per favore salvatemi. Mi hanno rinchiuso per 15 giorni e a malapena mi hanno dato da mangiare. Mi hanno bruciato le mani con olio bollente e mi hanno legato”, ha rivelato in lacrime nel suo videoselfie. Non nasconde le ferite frutto di quelle bestialità. “Mi hanno portato da una casa all’altra. Nella prima casa, mi hanno torturato e mi hanno colpito ripetutamente. Poi mi hanno portato in un altro dove ho vissuto lo stesso”.

“Non credo che vivrò. Penso che morirò. Mi hanno picchiato e torturato. Per favore, salvatemi, portatemi via da qui”, è la sua richiesta straziante. Stando alle informazioni rese note da Brac, Ong del Bangladesh intervenuta per riportarla a casa, la giovane vive ancora a Jeddah. I padroni di casa, inoltre, le avrebbero sequestrato il cellulare in seguito al video incriminato. Anche la sua famiglia sta cercando di aiutarla. Il ministro degli Esteri AK Abdul Momen ha dichiarato: “L’Arabia Saudita ha ammesso che alcune persone sono state vittimizzate”.

Le vittime sono numerose. Lo scorso ottobre il corpo senza vita di Nazma Begum è stato rimpatriato. Più volte aveva chiesto al figlio di salvarla. Begum, 42 anni, ha dichiarato di essere stata torturata ripetutamente. Più avanti si è appresa la notizia della sua morte, dovuta a una “malattia non curata”. Circa il 61% delle donne intervistate ha dichiarato di essere stata maltrattata fisicamente. Un altro 14% ha dichiarato di essere stato abusato sessualmente. Brac, con sede a Dhaka, è una delle più grandi organizzazioni benefiche del mondo. La Ong ha dichiarato che solo nel 2019 i corpi di 48 lavoratrici sono stati riportati in Bangladesh dall’Arabia Saudita.