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Coronavirus in Israele, autorità chiudono Basilica del Santo Sepolcro

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La Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme è stata chiusa al pubblico a causa dell'emergenza coronavirus: è la seconda volta che accade dal 1349.

Il governo d’Israele ha deciso di chiudere la Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme a causa dell’emergenza coronavirus che ha colpito anche il paese mediorientale. La decisione è stata presa lo scorso 25 marzo è rappresenta la seconda volta dalla Peste nera del 1349 che la chiesa viene chiusa al pubblico, per di più in occasione dell’avvicinarsi delle festività pasquali. Inizialmente la Basilica doveva rimanere chiusa solo per una settimana, ma in seguito le autorità hanno stabilito una serrata a oltranza fino al termine dell’emergenza sanitaria.

Coronavirus, chiusa Basilica del Santo Sepolcro

La chiusura della basilica, venerata dai cristiani come luogo della sepoltura di Gesù dopo la sua crocifissione, è stata disposta dal ministro della salute israeliano – nonché rabbino – Yaakov Litzman, che dopo essersi consultato con i responsabili della custodia del Santo Sepolcro ha incluso la basilica all’interno dei provvedimenti di chiusura per tutti i luoghi di culto del paese, oltre che del Muro del Pianto. L’unica altra volta che la Basilica del Santo Sepolcro venne chiusa al pubblico fu nel 2018, per protesta contro una nuova tassa sugli immobili promossa dal governo israeliano.

Il provvedimento del governo israeliano è giunto alcuni giorni dopo che le autorità musulmane di Gerusalemme Est avevano disposto la chiusura della grande moschea di Al-Aqsa, terzo sito islamico per importanza esistente al mondo. Le autorità religiose musulmane hanno inoltre riferito che la moschea rimarrà chiusa a tempo indeterminato a causa dell’emergenza coronavirus e che le sessioni si preghiera avrebbero potuto tenersi nel piazzale esterno della struttura.

La preoccupazioni dei religiosi

Con la chiusura del Santo Sepolcro aumenta nel clero cristiano la preoccupazione per il possibile annullamento delle celebrazioni pasquali. Timori espressi anche dal padre francescano Francesco Patton, custode di Terra Santa per la Chiesa Cattolica, che ai microfoni dei giornalisti della Reuters ha dichiarato: “Viviamo in giorni strani. Di solito in quel momento la Città Vecchia era piena di … pellegrini che venivano per la Settimana Santa. […] Ora è un po’ triste vedere che nessuno è in grado di camminare. Ma sappiamo che in questo momento tante persone stanno percorrendo una Via Dolorosa personale, quando penso a coloro che sono in ospedale e nelle loro case in lotta con il coronavirus”.