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Marsiglia, allarme medici: "Terapie intensive al limite"

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I medici di Marsiglia hanno lanciato un allarme molto importante a causa dell'aumento di contagi da Coronavirus.

I medici di Marsiglia hanno lanciato l’allarme a causa della seconda ondata di Coronavirus. La situazione è drammatica e è una delle città con il più alto numero di positivi. I medici degli ospedali locali hanno fatto un appello. Jean-Luc-Jouve, primario di ortopedia pediatrica dell’ospedale La Timone, ha spiegato a BFMTV che non sono più in grado di gestire i due flussi, ovvero i pazienti Covid e non Covid. Un terzo dei ricoverati ha un’età compresa tra i 40 e i 65 anni e il 40% dei letti in rianimazione sono occupati da pazienti positivi. Non sono più disponibili per accogliere pazienti in gravi condizioni ma senza Covid.

Allarme dei medici di Marsiglia

Questa mattina andrò nel mio ospedale e negozieremo con i rianimatori perché chiederemo loro se hanno cinque letti per ricevere i nostri pazienti. Sceglieremo chi è in pericolo di vita, chi non può aspettare la richiesta di chemioterapia, per sapere chi sarà prioritario nella scelta degli interventi chirurgici. Una scelta che i medici vorrebbero non dover fare” ha spiegato il medico. “La pressione sui letti in rianimazione ci ha già costretti a posticipare gli interventi chirurgici dei pazienti non Covid, e ulteriori proroghe sono sono già programmate per la prossima settimana” hanno aggiunto i medici, spiegando che non riescono a trovare personale medico e paramedico da assumere. I medici hanno anche sottolineato che faranno del loro meglio per garantire le cure a tutti.

In diverse città e nell’intera regione di Aix-en-Provence sono già scattate nuove misure restrittive, che prevedono la chiusura del bar e ristoranti. Per il momento queste norme saranno in vigore per 15 giorni. Anche Parigi vuole attivare nuove disposizioni sulla chiusura dei bar e il divieto di vendere alcolici. Le stesse restrizioni hanno coinvolto tutto il nord della Francia. Al momento lo scopo è quello di dissuadere la popolazione dall’organizzare feste private negli appartamenti, in modo da aggirare il divieto di assembramento nei luoghi pubblici.