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Covid e alimenti surgelati: la Cina blocca l'importazione

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Gli alimenti surgelati potrebbero rappresentare un veicolo di contagio per il Covid-19, lo sostiene la task force coronavirus di Pechino.

La Cina ha deciso di bloccare l’importazione di alcuni alimenti surgelati perché potrebbero essere un veicolo di contagio del Covid-19. Secondo le autorità cinesi, infatti, ci sarebbero sempre più evidenze che indicano i frutti di mare e i prodotti a base di carne surgelati come diffusori del coronavirus. Nonostante questo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che è altamente improbabile contrarre il virus da alimenti surgelati o dagli imballaggi degli stessi.

Gli alimenti surgelati veicolano il Covid?

Pechino ha iniziato il blocco delle importazioni di prodotti surgelati da Paesi in cui è in atto la seconda ondata covid-19. La motivazione è che il virus potrebbe trasmettersi dalle confezioni dei prodotti. L’OMS smentisce questo rischio. Ma le misure adottate dalla Cina prevedono anche limitazioni commerciali, considerate dagli esperti di Pechino come misure plausibili per evitare il contagio. Il blocco delle importazioni è partito dal salmone norvegese a seguito di alcune segnalazioni. Ben presto però si è allargato ai gamberi dall’Ecuador, ai calamari dalla Russia e alla carne di manzo dal Brasile. Wu Zunyou, capo della task force covid di Pechino, ha dichiarato che “Sempre più prove indicano che i frutti di mare e i prodotti a base di carne congelati possono portare il coronavirus dai Paesi in cui è in atto l’epidemia”. La scoperta è dovuta ad alcuni contagi nei lavoratori di settore.

Il blocco delle importazioni danneggerà numerosi Paesi europei e potrebbe causare screzi diplomatici tra le Nazioni. La Cina è già da tempo impegnata in una guerra commerciale con gli Stati Uniti d’America, anche se con la recente firma del trattato commerciale panasiatico sembra aver trovato una discreta stabilità.