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Zaky detenuto in Egitto, sentenza rimandata di un giorno

Patrick Zaky

Solo "lunedì 7 dicembre sapremo cosa avrà deciso su Patrick Zaki il giudice della terza sezione del tribunale antiterrorismo".

Oggi, domenica 6 dicembre, è andata in scena (è proprio il caso di usare questo termine) presso il tribunale del Cairo la nuova udienza sul rinnovo della carcerazione dello studente egiziano, Patrick Zaky, in prigione in Egitto dallo scorso 7 febbraio. Il ricercatore 27enne, che studiava a Bologna, è accusato di reati gravissimi, tra cui cui terrorismo e istigazione alla violenza. Inoltre rimane la preoccupazione sulle sue condizioni di salute.

Legale pessimista, sentenza rimandata

Verso le 18.30 sono arrivate le parole dell’avvocato, le quali hanno anticipato lo slittamento della sentenza. “Hanno sollevato il problema dei libri – ha spiegato il legale -. Il giudice ha risposto ‘mi presenti una domanda’. Questo significa che Patrick rimarrà in prigione”.

Solo “Domani (lunedì 7 dicembre, ndr) sapremo cosa avrà deciso oggi su Patrick Zaki il giudice della terza sezione del tribunale antiterrorismo” in Egitto. Queste le parole invece del portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury.

Zaky detenuto in Egitto, va in scena l’udienza

All’udienza erano presenti molti attivisti delle Ong – mobilitati in sua difesa -, il suo avvocato, il procuratore dell’Ue e alcuni rappresentanti delle ambasciate italiana, tedesca, olandese e canadese. Qualche giorno prima il tribunale del Cairo per l’antiterrorismo aveva accolto l’accusa della Procura generale e confermato il congelamento dei conti correnti bancari dei tre esponenti della Ong Egyptian initiative for personal rights (Eipr), rilasciati giovedì scorso (3 dicembre). All’udienza era presente anche lo stesso Patrick Zaky, detenuto da mesi nel carcere di Tora. Il giovane continua ad attendere di sapere se verranno confermati o meno gli altri 45 giorni di detenzione cautelare. L’udienza ha avuto luogo nella sede dell’Istituto dei segretari di polizia.

Intanto una fonte di Eipr ha riferito che la decisione del giudice di congelare i beni dei tre attivisti dell’Eipr è arrivata “senza ascoltare neanche una parola della difesa”. “Abbiamo chiesto di parlare e ci è stato negato. non è stata presentata nessuna prova e neanche una prova dell’ordine di congelamento dei beni. Abbiamo chiesto di leggerlo e non c’è stato consentito”, hanno dichiarato.