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Israele, variante inglese dominante: 75% dei positivi under 40

Covid

La variante inglese è diventata dominante in Israele, che ha registrato un aumento dei casi gravi tra i giovani.

Israele, nelle ultime ore, ha registrato un aumento significativo dei casi gravi di Covid tra i giovani. L’allarme è stato lanciato da un rapporto del Coronavirus Knowledge and Information Center, diffuso nella giornata di domenica 14 febbraio. Il 75% dei casi positivi riguarda gli under 40 e la metà dei casi gravi ha meno di 60 anni.

Israele, variante inglese

C’è una chiara diminuzione delle malattie gravi tra le persone di età pari o superiore a 60 anni. C’è un aumento del numero di pazienti in condizioni gravi tra i gruppi più giovani, che la scorsa settimana ha costituito circa il 40% dei nuovi casi gravi” ha affermato il rapporto. Secondo i dati del ministero della Salute israeliano, quasi il 75% delle persone positive ha meno di 40 anni, mentre solo il 7% riguarda pazienti sopra i 60 anni. Il dato preoccupante, come riporta il Jerusaleme Post, è che il 38% dei casi gravi rivelati ha meno di 60 anni. C’è stato un aumento del 53% del numero di casi gravi sotto i 60 anni nell’ultimo mese. Secondo il professor Cyrille Cohen, capo del laboratorio di immunoterapia presso l’Università Bar-Ilan, ci sono due cause. Priam di tutto la crescita dei casi gravi tra i giovani sarebbe dovuta alle conseguenze della campagna di vaccinazione, che ha protetto la popolazione più anziana. In secondo luogo i dati mostrerebbero che la variante inglese non è solo più contagiosa, ma anche più letale. Secondo il rapporto è diventata la varietà dominante nel Paese.

Vediamo giovani pazienti in condizioni molto più serie di quanto abbiamo mai visto con i giovani in passato” ha spiegato Haviv Hadid al Jerusalem Post. Il tasso di mortalità delle persone sotto i 19 anni rimane molto basso, ma il professor Rahav è molto preoccupato per la crescita dei sintomi post-coronavirus, che vanno dall’affaticamento e mancanza di respiro ai battiti accelerati o martellanti, fino ad arrivare ai problemi di memoria, concentrazione e sonno. Un rapporto della Mayo Clinic ha spiegato che durante il recupero post-Covid molti pazienti hanno dimostrato danni al cuore e ai polmoni. “Anche nei giovani, il Covid-19 può causare ictus, convulsioni e sindrome di Guillain-Barre, una condizione che causa una paralisi temporanea” ha spiegato la Mayor Clinic, aggiungendo il rischio di sviluppare Parkinson e Alzheimer. Secondo l’esperto, la speranza è nella somministrazione del vaccino a ragazzi di età compresa tra i 12 e i 16 anni. L’Università di Oxford ha annunciato un nuovo studio a cui prenderanno parte 300 bambini volontari tra i 6 e i 17 anni per valutare se il vaccino funziona anche sui più piccoli.