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Eurovision, l'Ucraina non si esibirà a Torino: "Registrazioni in un luogo sicuro"

Eurovision

La band Ucraina in gara all'Eurovision Song Contest non si esibirà sul palco di Torino come le altre band in gara.

L’organizzazione dell’Eurovision Song Contest è stata scossa dal conflitto esploso tra Russia e Ucraina e, dopo l’esclusino della Russia dalla competizione musicale, per la band Ucraina in gara sono state decise specifiche disposizioni.

L’Ucraina all’Eurovision Song Contest

L’Eurovision Song Contest si svolgerà a Torino dal 10 al 14 marzo al Pala Alpitour e, dopo l’esclusione della Russia dal concorso musicale (a causa dell’invasioni dell’esercito in Ucraina) è stato deciso che la band Ucraina in gara allo show si esibirà da una località segreta per ragioni di sicurezza.

La Kalush Orchestra – questo il nome della band Ucraina in gara all’Eurovision – ha fatto sapere che non verrà in Italia a meno che l’Ucraina non abbia la meglio sul conflitto contro la Russia entro inizio maggio. Inoltre – per ragioni di sicurezza – il grippo musicale invierà la registrazione del brano “Stefania” agli organizzatori dell’Eurovision. La registrazione sostituirà l’esibizione dal vivo nel caso la guerra imperversi ancora in Ucraina a maggio.

La Russia esclusa dall’Eurovision

Largamente dibattuta è stata anche la decisione di escludere la Russia dall’Eurovision Song Contest. La richiesta è stata accettata dopo un comunicato della Tv di Stato Ucraina in cui veniva affermato:

“Vorremmo sottolineare che l’ Eurovision Song Contest e’ stato creato dopo la Seconda Guerra Mondiale per unire l’Europa. In considerazione di cio’, la partecipazione della Russia come aggressore e violatore del diritto internazionale all’ Eurovision di quest’anno mina l’idea stessa della competizione. L’esclusione della Russia da questo evento canoro su larga scala sara’ una potente risposta da parte della comunita’ internazionale delle emittenti pubbliche alle inaccettabili azioni aggressive e illegali della Federazione Russa e il sostegno alla politica di aggressione ostile delle emittenti statali del Paese”.