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Eutanasia: l'Ecuador depenalizza la pratica del suicidio assistito

I medici non saranno più condannati se vorranno aiutare i pazienti a morire

I medici non saranno più condannati se vorranno aiutare i pazienti a morire

La Corte Costituzionale dell’Ecuador si è espressa: con sette voti favorevoli contro due, la pratica dell’eutanasia non è più reato. Il tribunale si è espresso favorevole al caso Roldan, 42enne affetta da SLA che aveva intentato la causa ad agosto.

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Eutanasia: i medici non saranno condannati

I medici non saranno quindi più condannati se vorranno aiutare i pazienti, malati terminali, a morire. Prima di questa decisione, il Codice penale assimilava l’eutanasia all’omicidio e la pena prevista era compresa tra i dieci e i tredici anni.

La decisione della Corte Costituzionale è una vittoria per Paola Roldan, affetta da SLA, che aveva definito la sua condizione “dolorosa, solitaria e crudele“. La donna ha affermato: “Ora il mio Paese è un po’ più accogliente, più libero e più dignitoso. La lotta per i diritti umani non è mai una strada asfaltata“.

Suicidio assistito: la decisione della Corte Costituzionale dell’Ecuador

La Corte Costituzionale ha spiegato: “Sarebbe irragionevole imporre l’obbligo di rimanere in vita a qualcuno che sta attraversando questa situazione. Ogni essere umano può prendere decisioni libere e informate quando il suo sviluppo personale è compromesso, il che include la possibilità di porre fine all’intensa sofferenza causata da una lesione fisica grave e irreversibile o da una malattia grave e incurabile“.

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